In allegato l’omelia di mons. Giampio Devasini pronunciata in Cattedrale il primo gennaio.
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«La pace è trasformazione del cuore»
- Autore articolo Di Luca Sardella
- Data dell'articolo 3 Gennaio 2024
In allegato l’omelia di mons. Giampio Devasini pronunciata in Cattedrale il primo gennaio.
Si allega l’omelia tenuta in Cattedrale dal Vescovo diocesano nel corso della Celebrazione del Te Deum di fine anno.
Il 10 gennaio 1944, poco prima di mezzogiorno, un’incursione aerea durante la Seconda Guerra Mondiale sganciò cinque grosse bombe nel pieno centro di Santa Margherita Ligure. Due caddero nel Torrente Magistrato, tre colpirono le abitazioni uccidendo 22 persone.
A distanza di ottant’anni una di quelle tre bombe che deflagrando nella zona di Ghiaia distrusse e uccise delle vite umane ritorna a Santa Margherita, portando con sé invece che morte un messaggio di pace e di speranza.
In questo pezzo di storia esposto nella Basilica di piazza Caprera trova infatti posto un presepe. In mezzo alle macerie di conflitti che ancora insanguinano il Mondo (sono rappresentate due delle guerre attualmente in corso) così come nei nostri piccoli o grandi dolori, accade la nascita di Gesù.
«Un segno di luce nel buio che attraversa le nostre vite – dice il parroco di Santa Margherita, don Luca Sardella -, ma anche un invito a non scoraggiarci nel percorrere ogni giorno passi di pace in mezzo a tanti segni di morte».
La bomba era stata rinvenuta diversi anni fa durante uno scavo in Ghiaia da David Valeriani, che ha poi realizzato l’opera. Si può visitare tutti i giorni, dalle 8:00 alle 19:00 con orario continuato, all’interno della Basilica di Santa Margherita Ligure.
Tradizionale incontro pre-natalizio questa mattina in Curia tra il Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini, e i Sindaci del Tigullio per lo scambio degli auguri.
Gratitudine da parte dei primi cittadini del territorio per l’opportunità di ritrovarsi insieme per uno sguardo ampio e complessivo sul comprensorio, sulle sue fatiche ma anche sulle sue potenzialità.
Il dialogo è stato avviato da una serie di temi che il Vescovo ha offerto alla riflessione di tutti. Dall’incremento delle persone che vivono in stato di povertà all’emergenza abitativa, dalla disoccupazione al sostegno delle giovani generazioni.
Ogni sindaco ha avuto modo di condividere le difficoltà che si incontrano quotidianamente nella cura del bene comune e la relativa fatica nel fare programmazione, individuando però nel “fare rete” la possibilità di affrontare sinergicamente le sfide con uno sguardo comune.
Cena pre natalizia per la Consulta diocesana di Pastorale Giovanile. Un’occasione per fare festa e dirsi la reciproca gratitudine per il servizio svolto insieme a favore dei giovani di tutta la Diocesi. «Un bel momento di fraternità che aiuta a cementare il legame tra noi per essere sempre di più un gruppo a servizio di tutti» dice Maria Giulia Crispino, Vice direttrice del Servizio diocesano di Pastorale giovanile.
In allegato le omelie pronunciate da mons. Giampio Devasini
Fragilità negli adolescenti, ma anche incertezza negli adulti.
La sfida delle scuole per accompagnare i ragazzi e le ragazze a crescere con responsabilità è aperta. La Diocesi ha il desiderio di porsi al fianco delle istituzioni per condividere progetti e iniziative che supportino uno sguardo educativo che favorisca studenti, genitori e insegnanti.
Questo aspetto, insieme ad altri, è stato al centro dell’incontro che si è svolto stamane nel Seminario di Chiavari tra il Vescovo diocesano, monsignor Giampio Devasini, e i dirigenti scolastici del territorio. Un’iniziativa organizzata insieme alla Rete Merani, realtà che coordina le scuole del Tigullio e del Golfo Paradiso.
«Al di là delle analisi – ha detto il Vescovo – è importante incontrarsi e condividere delle proposte che aiutino a incontrare i ragazzi per offrirgli esperienze significative e confrontarsi con gli adulti perché non si sentano soli nelle difficoltà che incontrano».
La Diocesi, che già ha all’attivo esperienze di collaborazioni con le scuole, ha offerto ulteriore disponibilità sia di idee che di spazi per promuovere nuovi percorsi.
«E’ stata un’occasione significativa – ha detto al termine Catenina Balli, dirigente scolastica, coordinatrice della Rete Merani – soprattutto per guardare alle iniziative buone che già sono presenti sul territorio, nell’ottica di crescere nel fare rete e nel mettere in gioco impegno e creatività. Ogni giorno vediamo che le problematiche aumentano, ma se si affrontano insieme intravediamo la possibilità di non rimanere bloccati nell’emergenza». Dai dirigenti l’impegno a far scoprire agli studenti «che a scuola non si viene solo per sé stessi. Occorre investire sulla bellezza del tempo dedicato agli altri, a partire dal compagno più in difficoltà fino ad iniziative di volontariato».
Con grande riconoscenza ci apprestiamo a salutare la Comunità dei Frati Cappuccini di Santa Margherita Ligure che il prossimo 10 gennaio lascerà il locale convento per unirsi ad altre Comunità.
La loro presenza a Santa Margherita Ligure dagli inizi del 1600 ha contribuito negli anni a far crescere un’autentica spiritualità francescana segnata dall’accoglienza, dalla cura e dall’aiuto ai più poveri. Per questo la Diocesi esprime ammirazione e gratitudine.
Non possiamo nascondere il profondo dispiacere dell’intera comunità diocesana perché insieme ai Frati Cappuccini di Santa Margherita saluteremo presto anche le Sorelle Clarisse di Leivi. Ma c’è al contempo la consapevolezza che il seme di Vangelo da loro piantato e curato in tanti anni di attività non andrà perduto.
La spiritualità di San Francesco continuerà ad incarnarsi nel tessuto della nostra Chiesa diocesana, a partire dall’eredità che la Comunità di Santa Margherita Ligure si prepara a consegnare al territorio e alla presenza francescana che continuerà a vivere e
operare nel convento di Chiavari.
don Luca Sardella
Portavoce della Diocesi
Il seminarista Francesco Basso è stato ordinato Diacono dal Vescovo diocesano questo pomeriggio nella Cattedrale di Chiavari. Pubblichiamo il testo dell’omelia pronunciata da mons. Giampio Devasini.
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Cari fratelli e sorelle,
oggi da questa assemblea si leva a Dio un duplice grazie. Un primo grazie è per averci donato Maria, Madre di Gesù e Madre nostra; un secondo grazie è per l’ordinazione diaconale del nostro Francesco.
Caro Francesco, tra poco sarai conformato a Gesù che non è venuto in questo mondo per essere servito ma per servire; diventerai sacramento, segno efficace della sua presenza in mezzo al santo popolo fedele di Dio. Sarai servo dell’annuncio della Parola, servo dell’amore da condividere con i fratelli e le sorelle, servo del culto da rendere a Dio.
Servo dell’annuncio del Vangelo e cioè dell’amore di Dio manifestatosi pienamente in Gesù così che nessuno si senta escluso da questo amore che mette/rimette in piedi le persone, guarisce l’umana esistenza liberandola dalla deriva del non senso, dona conforto, speranza e gioia di vivere. E sappiamo tutti bene che l’annuncio del Vangelo è tanto più credibile quanto più il Vangelo permea mente, cuore, mani e piedi di chi l’annuncia. Sì, anche i piedi: quanta strada percorre Gesù nei Vangeli! E quanto ci dice questo camminare! Essere Chiesa di Gesù, essere alla sequela di Gesù cos’altro può voler dire se non questo? Uscire, con Gesù e al modo di Gesù, per incontrare le donne e gli uomini che abitano le nostre città e i nostri paesi; uscire, con Gesù e al modo di Gesù, per essere aiutati a liberarci da schemi mentali sclerotizzati che ci tengono prigionieri impedendoci di essere uomini e donne di comunione; uscire, con Gesù e al modo di Gesù, per non addormentarci nelle nostre comodità o nei nostri riti.
Al servizio del Vangelo è strettamente – direi di più: costitutivamente – legato il servizio dell’amore da condividere con i fratelli e le sorelle e particolarmente con i poveri, nell’accezione più ampia possibile del termine. Poveri e Vangelo devono stare insieme perché i poveri non sono una categoria sociale, sono sacramento di Cristo, segno efficace della sua presenza. Sono la carne di Gesù che dobbiamo abbracciare ed accarezzare. Poveri e Vangelo devono stare insieme perchè sono i poveri ad evangelizzarci in quanto ci permettono di riconoscere, attraverso le tante sfaccettature della loro condizione e della loro vita, i tratti più autentici del volto del Padre che è nei cieli. Quando e come inizia il cammino di conversione di Francesco d’Assisi? È lui stesso a dircelo nel suo Testamento: «Il Signore dette a me, frate Francesco, di incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d’animo e di corpo». Poveri e Vangelo devono stare insieme perché è quanto facciamo per i poveri che dà autorevolezza e forza all’annuncio della buona notizia dell’amore di Dio. Poveri e Vangelo devono stare insieme perché i poveri sono miei fratelli, sono mie sorelle in quanto figli e figlie dell’unico Padre che è nei cieli. Prendersi cura dei poveri comporta anche la disponibilità a fare la propria parte contro quelle strutture di peccato che creano nella società la cultura dello scarto, dell’esclusione, che privano la persona della sua dignità.
Infine, il servizio dell’altare: assistere il vescovo e i presbiteri soprattutto quando presiedono l’Eucaristia. «L’Eucaristia […] guarisce la nostra memoria chiusa. Le ferite che ci teniamo dentro non creano problemi solo a noi, ma anche agli altri. Ci rendono paurosi e sospettosi: all’inizio chiusi, alla lunga cinici e indifferenti. Ci portano a reagire nei confronti degli altri con distacco e arroganza, illudendoci che in questo modo possiamo controllare le situazioni. Ma è un inganno: solo l’amore guarisce alla radice la paura e libera dalle chiusure che imprigionano. Così fa Gesù, venendoci incontro con dolcezza, nella disarmante fragilità dell’Ostia; così fa Gesù, Pane spezzato per rompere i gusci dei nostri egoismi; così fa Gesù, che si dona per dirci che solo aprendoci ci liberiamo dai blocchi interiori, dalle paralisi del cuore. Il Signore, offrendosi a noi semplice come il pane, ci invita anche a non sprecare la vita inseguendo mille cose inutili che creano dipendenze e lasciano il vuoto dentro. L’Eucaristia spegne in noi la fame di cose e accende il desiderio di servire. Ci rialza dalla nostra comoda sedentarietà, ci ricorda che non siamo solo bocche da sfamare, ma siamo anche le sue mani per sfamare il prossimo. È urgente ora prenderci cura di chi ha fame di cibo e dignità, di chi non lavora e fatica ad andare avanti. E farlo in modo concreto, come concreto è il Pane che Gesù ci dà. Serve una vicinanza reale, servono vere e proprie catene di solidarietà. Gesù nell’Eucaristia si fa vicino a noi: non lasciamo solo chi ci sta vicino!» (Papa Francesco, 14 giugno 2020).
Caro Francesco, concorri a generare non una Chiesa avulsa dal reale, corrispondente ai tuoi gusti e alle tue idee ma una Chiesa che vive nel tempo, mantenendo salda la speranza e attendendo i cieli nuovi e la terra nuova. Concorri a generare non una Chiesa dormiente, che adora le ceneri, paga della sua storia e delle sue tradizioni, ma una Chiesa dinamica, che custodisce il fuoco, si interroga, scruta i segni dei tempi e si lascia convertire continuamente per essere fedele al mandato del suo Signore. Concorri a generare non una Chiesa che distribuisce sempre e soltanto certezze dottrinali e orientamenti morali ma una Chiesa che innanzitutto ascolta, che sa anche suscitare e custodire domande, cosciente di camminare nella notte pellegrina verso la luce. Concorri a generare non una Chiesa che condanna ed esclude, una Chiesa-dogana ma una Chiesa che accoglie, abbraccia, accarezza.
Caro Francesco, Maria SS.ma ti accompagni aiutandoti a vivere una sempre più profonda relazione con Gesù e, con lui e come lui, a donare la tua vita agli altri perchègli altri abbiano vita.
Cari fratelli e sorelli permettetemi di concludere questa riflessione con una preghiera a Maria composta dal grande don Tonino Bello:
«Santa Maria, fa’ che il Vangelo diventi la norma ispiratrice di ogni nostra scelta quotidiana. Preservaci dalla tentazione di praticare sconti sulle sue esigenti richieste. Rendici capaci di obbedienze gaudiose. E metti, finalmente, le ali ai nostri piedi perché alla Parola possiamo rendere il servizio missionario dell’annuncio, fino agli estremi confini della terra. Santa Maria, serva del mondo, che, subito dopo esserti dichiarata ancella di Dio, sei corsa a farti ancella di Elisabetta, conferisci ai nostri passi la fretta premurosa con cui tu raggiungesti la città di Giuda, simbolo di quel mondo di fronte al quale la Chiesa è chiamata a cingersi il grembiule. Restituisci cadenze di gratuità al nostro servizio così spesso contaminato dalle scorie dell’asservimento. E fa’ che le ombre del potere non si allunghino mai sui nostri offertori.
Tu che hai sperimentato le tribolazioni dei poveri, aiutaci a mettere a loro disposizione la nostra vita, con i gesti discreti del silenzio e non con gli spot pubblicitari del protagonismo. Rendici consapevoli che, sotto le mentite spoglie degli affaticati e degli oppressi, si nasconde il Re. Apri il nostro cuore alle sofferenze dei fratelli. E perché possiamo essere pronti a intuirne le necessità, donaci occhi gonfi di tenerezza e di speranza.
Gli occhi che avesti tu, quel giorno. A Cana di Galilea». Amen.
Pubblichiamo l’omelia pronunciata questa sera dal Vescovo Devasini nel corso della Veglia dell’Immacolata nella Basilica dei Santi Gervasio e Protasio di Rapallo.
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«Ecco Dio è la mia salvezza» (Is 12, 2)
«Il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore» (Lc 1, 47)
Cari fratelli e sorelle, la salvezza della nostra vita dalla deriva del non senso, dell’inconsistenza, della disperazione si compie accogliendo l’amore di Dio, l’amore preveniente, gratuito, incondizionato, smisurato di Dio. Questo amore però non è sempre evidente: per esempio non lo è quando mi accade di vivere esperienze particolarmente dolorose…..magari col tempo riuscirò anche a leggerle – per usare le parole di Peter Cameron – come «un dono crudele, ma pur sempre un dono» perché mi hanno aiutato a capire tante cose, a dare una certa direzione alla mia vita, a non essere superficiale…..ma non è detto che questo avvenga, non è automatico. Oggi ho inaugurato a Cicagna l’abete “Natalino” che ha dato volto concreto ad un racconto di Vladimiro, un ragazzo di 32 anni affetto da sla: completamente immobile, tracheostomizzato, nutrito attraverso la peg e disperatamente attaccato alla vita. L’ho conosciuto in occasione del pellegrinaggio a Lourdes dell’agosto scorso e poi, con don Marco Gattorna, l’ho incontrato altre volte: confessare l’amore di Dio nella sua condizione è terribilmente difficile per lui ma anche per me. Dagli incontri con lui – il cui mondo interiore si sta affinando fino a raggiungere vette altissime – esco sempre commosso e arricchito ma anche con tante domande che non trovano risposta. Ecco, penso che credere sia anche questo: confessare l’amore di Dio quando quest’amore non è affatto evidente. Il credente non è uno che avanza nella serena luminosità del giorno ma è uno che cammina nella notte, pellegrino verso la luce. La fede non è possesso, garanzia, sicurezza. La fede è resa, consegna, abbandono. «Credo, Signore, aiuta la mia incredulità» (Mc 9, 24).
La salvezza della nostra vita dalla deriva del non senso, dell’inconsistenza, della disperazione si compie accogliendo l’amore di Dio, l’amore preveniente, gratuito, incondizionato, smisurato di Dio. E quest’accoglienza ha i tratti dell’autenticità solo quando, con il mio cuore, dilatato da questo amore, vado, con Dio e come Dio, verso gli altri, metto la mia esistenza a servizio degli altri, dono la mia vita agli altri perché gli altri abbiano vita. Gesù ci ha insegnato che il credente non è colui che obbedisce a Dio osservando le sue leggi ma è colui che assomiglia al Padre che è nei cieli perché pratica un amore simile al suo. E lo può praticare perché è abitato dall’amore di Dio come ci ricorda l’apostolo Paolo: «L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5, 5). «Credo, Signore, aiuta la mia incredulità» (Mc 9, 24).
Caro Francesco, con te e per te preghiamo perchè tu possa tenere sempre lo sguardo fisso su Gesù, sul suo esempio luminoso, sulla radicalità e totalità della sua intrepida dedizione e così avrai la forza di servire i fratelli e le sorelle “a modo di Gesù”. Caro Francesco, con te preghiamo perché, sul tuo esempio, altri giovani, accogliendo la chiamata di Dio, decidano di dedicarsi totalmente a Lui nel servizio dei fratelli e delle sorelle.
Si avvisa che la Curia osserverà questi giorni di chiusura:
• sabato 9 dicembre
• da mercoledì 27 a sabato 30 dicembre
L’attività riprenderà regolarmente martedì 2 gennaio 2024.
Nel suo cammino verso il Presbiterato, nella Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria il seminarista Francesco Basso verrà ordinato Diacono per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del Vescovo diocesano mons. Giampio Devasini.
La Celebrazione, venerdì 8 dicembre, si svolgerà nella Cattedrale di Nostra Signora dell’Orto alle ore 18:00.
Nato a Genova il 6 marzo 1991, Francesco appartiene alla comunità parrocchiale dei Santi Gervasio e Protasio di Rapallo. Qui vive sin da giovanissimo il suo servizio come catechista e animatore. Laureato in Servizio Sociale all’Università di Genova, ha lavorato come Assistente sociale presso il Comune di Rapallo in diverse aree.
Entrato in Seminario nel settembre 2018, in questi anni ha prestato servizio pastorale nella Parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio di Rapallo, in quella di San Bartolomeo della Ginestra a Sestri Levante e a San Pietro di Riva Trigoso.
Da due anni sta svolgendo servizio nelle Parrocchie di Leivi e Camposasco, nei gruppi giovani della Parrocchia di Sampierdicanne, nella Consulta diocesana di Pastorale giovanile, nella Casa circondariale di Chiavari e nel Centro di ascolto Caritas chiavarese.
L’appuntamento di venerdì sarà preceduto, come tradizione, da una Veglia di Preghiera curata dal Seminario diocesano che quest’anno si svolgerà a Rapallo domani, giovedì 7 dicembre, alle ore 21:00 nella Basilica dei Santi Gervasio e Protasio.
Il Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini, ha nominato Mattia Annovazzi e Maria Giulia Crispino nuovi Vice Direttori dell’Ufficio diocesano per la Pastorale giovanile.
Mattia Annovazzi, nato a Genova il 28 ottobre 1996, è ingegnere civile e appartiene alla Parrocchia di San Giuseppe dei Piani di Ri a Chiavari.
Maria Giulia Crispino, nata a Genova il 31 marzo 2003, è studentessa di Tecniche di laboratorio biomedico all’Università di Genova. Appartiene alla Comunità parrocchiale di Santo Stefano del Ponte a Sestri Levante.
Entrambi condividono il servizio educativo nelle rispettive parrocchie, nella Consulta di Pastorale giovanile e nell’Equipe giovani dell’Azione Cattolica diocesana.
Il Vescovo ha anche nominato Luca Pani nuovo Vice Direttore dell’Ufficio per la Pastorale della Scuola e dell’università e dell’Ufficio per l’Insegnamento della religione cattolica.
Nato a Lavagna il 1° maggio 1972, Pani è Docente di ruolo di Religione cattolica alla Scuola primaria di Lavagna.
don Luca Sardella
Direttore Ufficio per le Comunicazioni sociali
Portavoce della Diocesi
Conto alla rovescia per la Giornata diocesana Giovani che sabato 25 novembre coinvolgerà i ragazzi di tutta la Diocesi a Santa Margherita Ligure.
L’appuntamento annuale si celebra alla vigilia della solennità di Cristo Re dell’Universo, giornata scelta da Papa Francesco per la celebrazione della Giornata, e vedrà protagonisti i giovani di tutte le parrocchie, associazioni e movimenti del comprensorio.
Il ritrovo alle ore 19:00 nell’Auditorium della centrale Parrocchia di Santa Margherita. Musica, animazione e giochi scandiranno le fasi iniziali della serata, per poi passare all’apericena curata dal locale Comitato “Festa della Primavera”.
Alle ore 21:00 nella Basilica di Santa Margherita la preghiera sarà guidata dal vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini.
La Giornata diocesana Giovani, promossa dalla Consulta di Pastorale giovanile, avrà come titolo “Sperare insieme”.
I Vescovi della Regione Ecclesiastica Ligure hanno nominato e riconfermato alcuni Presbiteri della nostra Diocesi come responsabili di altrettanti settori della pastorale.
Don Mario Cagna è stato nominato nuovo Delegato regionale per la Salute; monsignor Andrea Buffoli è il nuovo Delegato regionale per le Confraternite.
Rinnovato, inoltre, l’incarico a don Alberto Gastaldi come Delegato regionale per la Pastorale giovanile e vocazionale e a don Paolo Zanandreis come Delegato regionale per i Problemi sociali e il lavoro.
don Luca Sardella
Direttore Ufficio per le Comunicazioni sociali
Portavoce della Diocesi
La comunità diocesana celebra in comunione con tutta la Chiesa la settima Giornata Mondiale dei Poveri. Domenica a San Bartolomeo della Ginestra a Sestri Levante il pranzo aperto alle persone sole e senza dimora alle 12:15. Nelle celebrazioni eucaristiche la Caritas invita a fare un tempo di sosta nel quale rispondere alla domanda: “Quali sono le povertà che vedo intorno a me in questo tempo?”. Diffuso anche un pieghevole che riassume tutti i riferimenti essenziali dei servizi offerti dalla Caritas.
In allegato il Messaggio di Papa Francesco per la Giornata.
Pubblichiamo l’omelia tenuta questa sera dal Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini, nel corso della Consegna del mandato ai Catechisti per l’Anno pastorale 2023/2024
Cari fratelli e sorelle, se vogliamo capire la natura della Chiesa, i motivi per cui esiste, lo scopo della sua vita, è utile andare alle origini. E troviamo subito una sorpresa: la Chiesa nasce sulle rive di un lago: il lago di Galilea. C’è da meravigliarsi che la Chiesa non nasca in un luogo sacro, che Gesù non abbia chiamato i primi apostoli dal Tempio di Gerusalemme, che non sia andato a cercarli in una sinagoga. Evidentemente Gesù non vuole far nascere la Chiesa dentro a una campana di vetro, non intende proteggerla dal mondo profano o dalla strada, ma desidera che sia un gruppo di gente normale, immersa nella realtà comune. Non solo Gesù evita di radunare i primi discepoli in un luogo speciale, ma neppure cerca un tempo speciale: li chiama mentre stanno lavorando, non mentre stanno pregando; i primi due «gettavano le reti in mare» e gli altri due «riparavano le loro reti». La Chiesa che Gesù raduna è una Chiesa del quotidiano, una chiesa del tempo ordinario.
Ma chiama per fare cosa? Per mettersi in cammino: «Venite dietro a me», è la sua proposta. Si sarebbero forse aspettati, da un rabbino dell’epoca, un invito diverso: “Venite e sedetevi”, per prendere appunti; oppure: “Venite e ripetete” per imparare a memoria una dottrina. Invece li invita a mettersi in moto. E i quattro, come faranno tanti altri, cominciano a camminare dietro a Gesù. La Chiesa da lui voluta non sta ad aspettare che gli altri arrivino; è una Chiesa in movimento, una Chiesa «in uscita» come dice papa Francesco. I cristiani sono dei peccatori che hanno l’umiltà di mettersi in cammino, non sono dei santi già arrivati al traguardo. Questo cammino ha una meta, non è un girovagare a caso. La meta dei discepoli è diventare «pescatori di uomini». Gesù rispetta l’umanità dei suoi apostoli e non chiede loro in quel momento di diventare pastori, operai, agricoltori – immagini che userà più avanti – ma di rimanere pescatori, di essere se stessi, di conservare la loro umanità. Però la eleva: non più pescatori di pesci, ma di uomini; la loro vita non sarà più spesa unicamente per sfamare le loro famiglie, ma per sfamare le folle. Le loro reti d’ora in avanti saranno gettate non più solo nel mare di Galilea, ma in quel mare così profondo e misterioso che è il cuore umano.
Occorrono anche oggi dei cristiani che siano pescatori di uomini, che gettino reti. In un clima spesso faticoso e sofferente, povero di risorse e di fiducia, ferito e amareggiato, i cristiani sono invitati da Gesù a gettare reti di speranza e di tenerezza. Ci sono già tanti giudici spietati nel mondo, perché anche i cristiani si mettano a puntare il dito; e infatti Gesù non ha immaginato la Chiesa come un tribunale. Ci sono già tante persone occupate a classificare gli altri, a registrarli come buoni o cattivi, perché anche i cristiani si mettano a fare i contabili dei peccati altrui; e infatti Gesù non ha immaginato la Chiesa come l’ufficio dell’anagrafe e o del catasto. L’ha immaginata come una rete d’amore e di speranza, una comunità capace di costruire relazioni che diano vita. Una rete dove la gente non rimanga impigliata controvoglia, imbrigliata e bloccata, ma si senta legata agli altri, sperimenti la gioia dell’amicizia con Dio e i fratelli, vinca la solitudine interiore e provi il bisogno di interessarsi di coloro che vivono nella necessità. Il cuore umano è un mare spesso in tempesta, dentro al quale però, si trovano ricchezze inaspettate.
Gesù ha chiamato i discepoli perché gettino le reti in questo mare, tirandovi fuori i tesori della speranza e della solidarietà, spesso purtroppo sepolti nei fondali dell’egoismo, dell’indifferenza e della solitudine.
Cari fratelli e sorelle, alla luce del brano di Vangelo proclamato stasera chi è il catechista?
Il catechista è una persona non bigotta, non bacia pile, non clericale; il catechista è una persona che non partecipa alla vita della comunità parrocchiale perché lo stare in famiglia le è pesante o per altre ragioni poco trasparenti: per favore prendiamoci cura in altro modo delle persone esistenzialmente frustrate.
Il catechista è una persona impegnata a crescere nella relazione di amicizia, di comunione con Gesù e a lasciarsi orientare – nella vita ordinaria, nella vita di ogni giorno – dalla sua parola e dai suoi esempi.
Il catechista è una persona che sente il desiderio e l’urgenza di condividere la gioia che per lei scaturisce dall’incontro con Gesù e che quindi sa trovare, con intelligenza, creatività e pazienza, le vie per praticare tale condivisone.
Il catechista è una persona accogliente che si impegna a comprendere i bambini/i ragazzi e loro famiglie eventualmente multicolori, a lasciarsi toccare dai loro vissuti, valorizzando il tanto di buono che sicuramente li abita, senza mai giudicare, senza mai incasellare né gli uni nè le altre.
Il catechista è una persona che, prima ancora che trasmettere una dottrina (che va trasmessa, certo), getta reti d’amore, di speranza, di tenerezza, di solidarietà; il catechista è cioè una persona che promuove relazioni capaci di donare vita, che aiuta a sperimentare la gioia dello stare insieme, la gioia del vivere non solo per se stessi.
Cari fratelli e sorelle: con voi e per voi preghiamo perché possiate sempre essere catechisti/e secondo il cuore di Gesù. Buon cammino.
Il Vescovo diocesano, monsignor Giampio Devasini, ha nominato fra David Junior Tchamatou, dell’ordine dei Frati Minori Cappuccini, nuovo Assistente religioso dell’Ospedale “Nostra Signora di Montallegro” in Rapallo.
Fra David, nato a Kumba (Camerun) il 30 dicembre 1974, appartiene alla comunità dei Cappuccini di Santa Margherita Ligure e sostituisce padre Alberto Minuzzo OFM capp. trasferito in altra Diocesi.
don Luca Sardella
Direttore Ufficio per le Comunicazioni sociali
Portavoce della Diocesi
È pronto il programma della Peregrinatio Mariae della statua della Madonna di Lourdes nella nostra Diocesi, promossa a livello nazionale dall’Unitalsi.
L’immagine mariana arriverà a Chiavari domenica 3 dicembre alle 20:45 e sarà accolta sul sagrato della Cattedrale di Nostra Signora dell’Orto alle 20:45 dal Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini, alla presenza delle Autorità civili e militari. Seguirà la Celebrazione della Parola nella Giornata dei ministeri e delle cantorie, quindi l’Adorazione Eucaristica per tutta la notte.
Lunedì 4 dicembre, dopo la Santa Messa presieduta dal Vescovo alle 6:30 e il saluto a Maria alle 8:30, la Peregrinatio toccherà nell’arco della giornata diversi punti del territorio diocesano: il carcere di Chiavari, l’ospedale di Lavagna, il Santuario di Nostra Signora dei Miracoli di Cicagna, i Pii Istituti riuniti di Santa Margherita Ligure. Alle 18:00 nella Basilica dei Santi Gervasio e Protasio di Rapallo il Vescovo emerito di Chiavari, mons. Alberto Tanasini, celebrerà l’Eucaristia. In serata si farà tappa nella Parrocchia di San Michele a Casarza Ligure.
Martedì 5 dicembre nella Parrocchia di Sant’Antonio di Sestri Levante la Celebrazione eucaristica conclusiva presieduta dal Vescovo Devasini alle ore 7:00.
Il Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini, ha nominato in data odierna tre nuovi membri del Consiglio Pastorale diocesano.
Si tratta di frate Gianfranco Iacopi OFM Capp., in servizio al Convento dei Cappuccini di Chiavari, della signora Emanuela Castello e del signor Gianni Ferretti.
Il Consiglio Pastorale diocesano è l’organismo consultivo, composto soprattutto da laici e guidato dal Vescovo, che ha il compito di studiare, valutare e proporre conclusioni operative per quanto riguarda le attività pastorali della Diocesi.
Rimarranno in carica sino al termine del mandato del Consiglio stesso previsto nel dicembre 2026.
don Luca Sardella
Direttore Ufficio per le Comunicazioni sociali
Portavoce della Diocesi
A questo link l’omelia tenuta questa mattina in Cattedrale dal Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini, nel corso della Celebrazione Eucaristica in occasione del Giorno dell’unità nazionale e della Giornata delle Forze armate.
Gli Uffici della Curia vescovile rimarranno chiusi da giovedì 2 a sabato 5 novembre. La riapertura sarà lunedì 6 novembre.
Cari fratelli e sorelle,
tutti gli aggettivi possibili per dire delle disumane atrocità causate dai signori della guerra medio orientale, tutti gli aggettivi possibili sono stati spesi. Di fronte a strategie di potere che ci sfuggono e di cui però vediamo i devastanti effetti, siamo chiamati, come credenti, a non lasciarci paralizzare dal senso di impotenza che inevitabilmente ci prende ma a reagire con l’unica arma a nostra disposizione: l’arma della preghiera. Sì, ancora una volta, in questa veglia, vogliamo chiedere al Padre comune che è nei cieli, che tutti i soggetti coinvolti nel conflitto si lascino finalmente ferire la mente e il cuore dall’immane sofferenza causata dalle loro azioni e, riconoscendosi fratelli tutti, si impegnino a percorrere le vie del dialogo per trovare soluzioni di pace giuste e durature. E perché questa nostra invocazione al Padre comune sia autentica è indispensabile che ciascuno/a di noi si impegni ad eliminare dalle proprie relazioni quotidiane ogni sentimento e azione di divisione, di non perdono, di odio, di violenza, di sopraffazione.Cari fratelli e sorelle, il cammino di preghiera – di cui questa veglia è una tappa – continui con fiducia nei giorni che verranno fino a che sorga, in medio oriente come in ogni altro angolo della terra impregnato del sangue di guerre fratricide, l’alba radiosa della pace.
Farà tappa nella nostra Diocesi i prossimi 3, 4 e 5 dicembre la Peregrinatio Mariae della statua della Madonna di Lourdes promossa a livello nazionale dall’Unitalsi.
Il viaggio tra le Diocesi italiane è iniziato in Campania a fine settembre: «L’arrivo della Statua nelle Diocesi di tutta Italia sta riscuotendo un grande entusiasmo – spiegano i responsabili Unitalsi -. Tanta è la gioia e la voglia di preghiera tra i fedeli e i soci, ma anche e soprattutto da tutta la cittadinanza. Un grande richiamo a pregare in questo delicato momento storico che sta colpendo la nostra amata Terra Santa. È un ritornare a Lourdes, vivendo quello spirito che ci abbraccia ogni volta che, soli, ci fermiamo davanti alla Grotta».
L’immagine di Maria arriverà a Chiavari domenica 3 dicembre. Alle 20:45 l’accoglienza in Cattedrale, dove è previsto un momento di preghiera presieduto dal Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini.
Il calendario è attualmente in fase di redazione e sono previsti appuntamenti di preghiera in diversi punti della Diocesi nell’arco di lunedì 4 e martedì 5 dicembre.
Venerdì 10 novembre è in calendario il Mandato ai Catechisti. A Chiavari l’appuntamento è alle 19:00 con l’apericena in Seminario. Alle 20:30 nella Cattedrale di Nostra Signora dell’Orto il Vescovo presiede la Liturgia con la consegna del Mandato.
In allegato il Calendario dei percorsi Pre matrimoniali per il prossimo anno.
Un percorso per coinvolgere gli adolescenti e i giovani delle parrocchie, delle associazioni e dei movimenti della Diocesi in un cammino insieme.
Con questo desiderio, sulla spinta estiva della Giornata mondiale della Gioventù e del Pellegrinaggio dei Cresimati a Roma, la Pastorale Giovanile della Diocesi di Chiavari propone alcuni appuntamenti durante i prossimi mesi.
Tra i diversi appuntamenti, un primo momento significativo sarà sabato 25 novembre 2023 dalle ore 19:00 con la giornata diocesana giovani che si terrà a Santa Margherita Ligure.
In primavera ci sarà una novità: la proposta per i ragazzi tra i 18 e i 20 anni di due giorni a Roma, subito dopo Pasqua, per conoscere alcuni protagonisti della vita politica e imprenditoriale, con l’obiettivo di aiutare a confrontarsi sulle scelte importanti della vita.
Per gli adolescenti un invito particolare a inizio estate: mercoledì 5 giugno 2024 dalle ore 19:00 si svolgerà a Rapallo una serata di festa dedicata a loro.
Cari fratelli e sorelle,
accogliendo l’invito del Santo Padre Francesco, venerdì 27 ottobre vivremo una giornata di digiuno, preghiera e penitenza per implorare da Dio, Padre di tutti, il dono della pace.
Udito il parere dei Vicari foranei, non si terrà un’unica veglia di preghiera in cattedrale, ma veglie di preghiera e celebrazioni eucaristiche avranno luogo in numerose chiese della nostra Diocesi. Corale sarà l’invocazione che si leverà da ogni angolo della nostra comunità diocesana: pace e non guerra! Vita e non morte! Invocazione che sarà autentica solo se accompagnata dall’impegno ad eliminare dalle nostre relazioni quotidiane ogni sentimento e azione di odio, di vendetta, di violenza, di divisione.
Maria SS.ma, Regina della pace, prega per noi.
+ Giampio Devasini
Vescovo di Chiavari
Nella chiesa del Conservatorio a mare delle Suore Gianelline di Chiavari, tutti i giorni dal lunedì alla domenica sarà celebrata la Santa Messa alle ore 7:15, aperta a quanti vorranno partecipare.
Domani sera, venerdì 20 ottobre, nella Parrocchia di Ri Basso a Chiavari è in programma la Veglia Missionaria. L’appuntamento avrà inizio alle 20:45. Interverrà Alessandra Morelli, già alto Commissario Onu per i rifugiati.
La Presidenza della CEI ha deciso di promuovere una Giornata nazionale di digiuno, preghiera e astinenza per la pace e la riconciliazione. La data scelta è martedì 17 ottobre, in comunione con i cristiani di Terra Santa secondo le indicazioni del Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, che a nome di tutti gli Ordinari, ha chiesto alle comunità locali di incontrarsi “nella preghiera corale, per consegnare a Dio Padre la nostra sete di pace, di giustizia e di riconciliazione”.
In un momento di grande dolore e forte preoccupazione per l’escalation di violenza in Medio Oriente, l’invito della Presidenza della CEI è rivolto alle comunità diocesane perché aderiscano all’iniziativa. Per l’occasione è stato predisposto uno schema di preghiera.
Nel frattempo, domenica 15 ottobre, in tutte le celebrazioni eucaristiche, può essere adottata questa intenzione: “Padre misericordioso e forte: ‘tu non sei un Dio di disordine, ma di pace’. Spegni nella Terra Santa l’odio, la violenza e la guerra, perché rifioriscano l’amore, la concordia e la pace. Preghiamo”.
Don Paolo Nicora è il nuovo Vicario foraneo del Vicariato di Graveglia e Sturla.
La nomina è stata firmata questa mattina dal Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini, dopo aver ascoltato i Presbiteri che svolgono il ministero nel Vicariato stesso.
Don Nicora, nato a Sestri Levante il 28 febbraio 1973, è stato ordinato Presbitero il 20 maggio 2018. È Parroco in Val Graveglia delle Parrocchie di San Lorenzo di Arzeno, di Santa Maria e San Michele di Nascio, di Sant’Apollinare di Reppia, di San Bartolomeo di Statale e di San Pietro di Zerli.
Tra i principali compiti del Vicario foraneo, previsti dal Codice di Diritto Canonico, quello di promuovere e coordinare l’attività pastorale comune nell’ambito del Vicariato. Don Paolo Nicora sostituisce don Maurizio Prandi trasferito recentemente a Casarza Ligure.
don Luca Sardella
Direttore Ufficio per le Comunicazioni sociali
Portavoce della Diocesi
L’attacco contro Israele e la reazione che ne sta seguendo, con un’escalation inimmaginabile, destano dolore e grande preoccupazione.
La Presidenza della CEI esprime vicinanza e solidarietà a tutti coloro che, ancora una volta, soffrono a causa della violenza e vivono nel terrore e nell’angoscia.
«Chiediamo il pronto rilascio degli ostaggi – scrive la Presidenza -. Come auspicato da Papa Francesco durante la preghiera dell’Angelus di oggi: “Gli attacchi e le armi si fermino, per favore, e si comprenda che il terrorismo e la guerra non portano a nessuna soluzione, ma solo alla morte e alla sofferenza di tanti innocenti. La guerra è una sconfitta: ogni guerra è una sconfitta!”. Ci appelliamo alla comunità internazionale perché compia ogni sforzo per placare gli animi e avviare finalmente un percorso di stabilità per l’intera regione, nel rispetto dei diritti umani fondamentali. Quella Terra che riconosciamo come Santa merita una pace giusta e duratura, per essere punto di riferimento di “fede, speranza e amore”. Troppo sangue è già stato versato e troppo spesso di innocenti. Alle famiglie delle vittime e ai feriti giunga il nostro conforto. In questo mese, dedicato alla preghiera del Rosario, invitiamo tutte le nostre comunità a pregare per la pace: “Tacciano le armi e si convertano i cuori”».
Pianoforte, organo, teoria e armonia. Ma anche canto gregoriano. E’ l’offerta formativa proposta dall’Istituto diocesano di Musica Giovanni Battista Campodonico
Si allega il testo dell’omelia pronunciata dal Vescovo di Pavia, mons. Corrado Sanguineti, nel corso della Santa Messa esequiale per don Pino De Bernardis. La Celebrazione è stata presieduta dal Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini.
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Carissimi confratelli nell’episcopato e nel sacerdozio, carissimi fratelli e sorelle nel Signore,
Lo scorso 18 marzo eravamo, come oggi, in tanti a celebrare con Don Pino la messa per i suoi novant’anni e circondavamo con affetto e gratitudine il nostro caro Don Pino, che dopo un periodo di riabilitazione, si apprestava a ritornare a casa, nella sua amata Casa Marchesani. Iniziava così per lui un periodo segnato dalla debolezza e dalle limitazioni del suo corpo, impedito nei movimenti, circondato dalla cura premurosa della fedele Ondina, alla quale oggi esprimiamo un grande grazie per com’è stata vicina in tutti questi anni a Don Pino, aiutata negli ultimi mesi da altre persone che si sono dedicate a lui. In queste settimane, chi l’andava a visitare, l’ha visto con i suoi occhi sereni, sempre più abbandonato al Signore, teso e pronto all’incontro con Lui, obbediente alle circostanze così differenti dalla sua vita in altri tempi così attiva e intensa, talvolta con qualche assenza di mente e di totale presenza alla realtà.
A qualche persona, egli ha espressamente detto che egli viveva, abbracciava la vita così come gli era offerta e data, giorno dopo giorno. Possiamo pensare che in questa umile adesione alla realtà, Don Pino abbia continuato a dire il suo “sì” a Cristo, fino all’incontro finale con Lui, oltre la soglia del tempo e della morte, e possiamo essere fiduciosi che per la sua fede, germogliata fin da piccolo nella sua famiglia, sotto lo sguardo dei suoi amati genitori, cresciuta negli anni del suo seminario e segnata, in modo profondo dall’incontro con il carisma di Don Luigi Giussani, per la sua fedeltà vissuta in 65 anni di sacerdozio – era stato ordinato in questa cattedrale il 15 giugno 1958 – egli ora sia accolto nell’abbraccio del Signore e nella compagnia dei santi e dei tanti amici che l’hanno preceduto nella casa del Padre.
In questo momento, lasciamo che sia la Parola di Dio a illuminare e a sostenere la nostra speranza e a rileggere il cammino di un uomo e di un prete che per tanti è stato amico e padre, ardente e appassionato nella sua fede, capace di generare, per grazia, un popolo di figli e di amici. Nella prima lettura, il profeta Ezechiele ha una visione impressionante: una distesa di ossa senza vita, che per la potenza dello Spirito, si vestono di carne e di nervi e riprendono a vivere, formando un esercito immenso. Gli viene rivelato: “Figlio dell’uomo, queste ossa sono tutta la casa d’Israele” (Ez 37,11). E al termine della visione, Dio si rivolge direttamente al suo popolo, allora disperso per l’esilio e annuncia una nuova vita, una risurrezione: “Vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete” (Ez 37,13-14). Qui direttamente non si sta parlando della risurrezione futura alla fine del mondo, ma di una risurrezione che inizia già a fiorire nel tempo, in un popolo di uomini e donne, prima morti e spenti, aridi e senza vita, che riprendono a vivere, a costruire, a sperare.
Ecco, carissimi amici, anche noi siamo chiamati a essere testimoni e protagonisti di questa risurrezione che germoglia, come albore, già ora, e, come ebbe a dire Don Giussani in una sua meditazione, “la risurrezione di Cristo è un popolo nuovo nella storia”, ha come primo segno e frutto l’accadere di un popolo nuovo nella storia. Un popolo di persone che, investite dall’energia di Cristo risorto, dal suo Spirito, vivono e riconoscono un cambiamento nella loro carne, vibrano di una vita nuova, che cresce e fiorisce come intelligenza e affezione, come intensità e amore, prima ignote e impensate. Questo è il miracolo che manifesta la presenza di Cristo nel mondo, una presenza che è perché opera e cambia!
Don Pino, fin dall’inizio del suo sacerdozio, vissuto a Portofino, è stato un testimone di questa novità di vita, non solo per la forza e la vivacità del suo temperamento, ma soprattutto per l’entusiasmo della sua fede, respirata e nutrita già in famiglia e nella sua parrocchia di Rapallo, ai piedi della Madonna di Montallegro, e nel dono di volti umani in cui ha riconosciuto la bellezza e l’umanità dello sguardo di Gesù: lui ricordava soprattutto lo sguardo dei suoi genitori e di alcuni sacerdoti incontrati da ragazzo, in parrocchia e poi in seminario. Ma per lui è stato determinante l’incontro con lo sguardo e l’umanità intensa e irruente di Don Giussani e con quella compagnia di giovani che intorno a Don Giussani era nata e si stava dilatando, agli inizi degli anni Sessanta.
Così, l’umanità viva, ardente di fede, del giovane Don Pino ha come trovato un punto di chiarezza, una presenza piena d’attrattiva, che l’ha rilanciato, con ancora più passione e con una nuova intelligenza, nell’opera della testimonianza e della comunicazione della fede tra i giovani. Com’è accaduto già a Don Giussani, Don Pino negli anni spesi nell’insegnamento di religione a scuola, nel servizio ai compiti che i vescovi gli hanno chiesto, nel tempo dedicato, rubando spesso ore al sonno, nello stare accanto alle persone, nell’ascoltare per ore dialoghi e confessioni, nel guidare la vita della comunità del movimento che andava crescendo, ha visto accadere di nuovo il miracolo della visione di Ezechiele: per la grazia dello Spirito, operante nel carisma educativo di Don Giussani, ha visto formarsi un popolo di persone che riprendevano passione e gusto nel vivere la fede, nell’appartenere alla Chiesa, nell’affrontare con libertà e responsabilità, anche con limiti ed errori, la realtà in tutti i suoi aspetti, generando opere, come la scuola “Maria Luigia”, a cui, finché ha potuto, ha dedicato le sue cure e la sua paternità.
Carissimi fratelli e sorelle, se guardiamo al popolo di cui siamo figli, generato dallo Spirito attraverso la paternità di uomini come Don Giussani e come Don Pino, sentiamo riecheggiare in noi la parola dell’apostolo Paolo, che all’inizio della sua prima lettera ai Corinzi, ringrazia Dio per l’opera che egli ha visto compiersi in quella comunità, nata dalla sua predicazione: “La testimonianza di Cristo si è stabilita tra voi così saldamente che non manca più alcun carisma a voi” (1Cor 1,6-7). Nella vita di Don Pino, ovviamente con i limiti e le imperfezioni della sua persona e del suo carattere, traspare la testimonianza di Cristo, che attraverso la sua dedizione sacerdotale, si è resa visibile nell’esistenza di tante persone con cui egli è entrato in contatto e nel popolo di cui è stato, allo stesso tempo, padre e figlio. La testimonianza di Cristo intesa non solo come la testimonianza che Don Pino ha reso a Cristo, anche nel tratto finale della sua parabola umana, ma soprattutto intesa come la testimonianza che Cristo rende a se stesso, nella sua capacità di rigenerare esistenze inaridite o stanche e di edificare un’unità tra uomini, prima estranei tra loro, impossibile a noi uomini. Ed è questa testimonianza che siamo chiamati a riconoscere e di cui essere grati: perché Don Pino, come Don Giussani, come ogni testimone di Cristo, passa, almeno in termini umani e temporali, e certamente ci mancherà la sua persona, con i suoi tratti, il suo sguardo, la sua indomabile passione a chi incontrava, la sua affezione semplice alla Chiesa e al movimento. Perché, egli non ci ha mai legato a sé, non ci ha mai trattenuto a sé, sempre rimandava alla storia, all’appartenenza al movimento e alla Chiesa, nella forma concreta e presente. Don Pino dunque passa, ma ciò che ci ha testimoniato resta, perché è Cristo che continua a essere vivo e all’opera qui e ora, nella sua Chiesa e nel mondo.
Infine, il Vangelo di oggi ci riporta al cuore dell’avventura umana e cristiana di questo nostro fratello, padre e amico; è la domanda che Gesù risorto rivolge a Simon Pietro, in quell’alba sul lago, è la domanda decisiva da cui tutto nasce e riprende vita: “Simone di Giovanni, mi ami? Mi vuoi bene” (Gv 21,16.17). La risposta immediata e sincera di Pietro è riecheggiata nel cuore di Don Pino, chissà quante volte: “Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene” (Gv 21,17). Le parole che Cristo ha rivolto allora all’apostolo, che aveva rinnegato il Maestro, indicano bene la direzione che ha assunto il cammino di Don Pino in questi ultimi mesi di forzata inattività: “In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi” (Gv 21,18).
Possiamo immaginare che nel dialogo del cuore, Don Pino abbia accolto queste parole del Signore, abbia accettato di non potersi più vestire da solo, si sia lasciato portare anche dove umanamente non voleva – perché deve essere stata una fatica accettare di vivere così gli ultimi giorni della sua esistenza tra noi. Ma alla fine, si sia lasciato prendere per mano e abbia detto il suo ultimo sì a Cristo. Mentre preghiamo per lui e lo accompagniamo al Padre, chiediamo la grazia di sentire anche noi la stessa parola del Signore – “Seguimi” – e di seguirlo con fedeltà e letizia ogni giorno. Amen!
Si è spento nella serata di ieri monsignor Giuseppe De Bernardis.
Nato a Rapallo il 19 marzo 1933, ordinato Presbitero il 15 giugno 1958 per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del Vescovo Francesco Marchesani, il suo primo incarico pastorale fu quello di Vicario parrocchiale nella Parrocchia di San Martino a Portofino.
Nell’agosto del 1964 venne invitato da don Gianni Cogorno a Santa Margherita Ligure ad ascoltare la testimonianza di alcuni giovani milanesi. Don Pino rimase sorpreso dai loro racconti e domandò chi fosse il sacerdote che li accompagnava nel cammino della vita e della fede. Risposero: «Don Luigi Giussani». Da lì andò a Milano per conoscerlo, iniziando un’amicizia cresciuta nel corso degli anni. Grazie a “don Pino” il Movimento di Comunione e Liberazione iniziò a muovere i suoi passi prima a Chiavari e poi in tutta la Liguria. Il suo impegno lo portò anche a Bergamo, Padova, Pavia, Piacenza, solo per citare alcune delle più significative realtà del Nord Italia.
Docente di religione al Liceo classico “Delpino” di Chiavari per oltre 30 anni, don Pino è stato Direttore dell’Ufficio diocesano e regionale per l’educazione, la scuola e l’università. Cappellano di Sua Santità, era Canonico della Cattedrale di Nostra Signora dell’Orto.
La salma sarà esposta oggi pomeriggio alle 15:00 nella Cappella maggiore del Seminario di Chiavari. Domani, mercoledì 4 ottobre, sarà recitato il Rosario alle ore 21:00 in Cattedrale. Il funerale sarà celebrato giovedì 5 ottobre alle ore 10:30 in Cattedrale.
Il Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini, ha nominato in data odierna don Luca Sardella nuovo membro del Consiglio Diocesano per gli Affari Economici.
Il CDAE è presieduto dal Vescovo ed è composto da fedeli esperti in economia e nel diritto. È l’organismo che con pareri e consensi coadiuva il Vescovo nell’amministrazione dei beni della Diocesi e delle persone giuridiche a lui soggette, con particolare riguardo ai profili tecnici, soprattutto giuridici ed economici.
Don Sardella, nato a Santa Margherita Ligure il 13 gennaio 1982 e ordinato Presbitero il 24 novembre 2013, è attualmente Portavoce della Diocesi, Direttore dell’Ufficio Giuridico della Curia e Parroco a Santa Margherita Ligure.
Laureato in Giurisprudenza all’Università di Genova e in Diritto Canonico alla Pontificia Università Lateranense di Roma, è Dottorando di ricerca nello stesso Ateneo.
Il Consiglio Diocesano per gli Affari Economici rimarrà in carica sino al 2026 e attualmente ne fanno parte, oltre all’Economa diocesana Angela Pinasco, anche mons. Stefano Mazzini, don Alessandro Giosso, don Guido Perazzo, Giampiero Antonello, Annabianca Boletto, Francesco Caviglia e Giovanna Copello.
In allegato il Documento di sintesi della Fase narrativa nell’ambito dell’itinerario sinodale in corso.
Don Maurizio Prandi si appresta ad iniziare il suo Ministero pastorale come Parroco delle Parrocchie di San Michele Arcangelo di Casarza Ligure, di San Martino di Bargone e di Santa Maria Assunta di Massasco.
Domenica 24 settembre alle ore 15:30, nella chiesa di San Michele a Casarza, il rito di immissione canonica sarà presieduto dal Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini.
Don Prandi, nato a Chiavari l’11 giugno 1965 e ordinato Presbitero il 31 maggio 1998, lascia così la Zona Pastorale di San Salvatore che il primo ottobre verrà affidata alla cura pastorale di don Alessandro Cavallo.
Don Cavallo, nato a Santa Margherita Ligure il 31 maggio 1987 e ordinato Presbitero il 9 giugno 2019, è stato sinora Vicario parrocchiale della Parrocchia di San Giovanni Battista a Chiavari e dallo scorso ottobre 2022 anche Amministratore Parrocchiale delle Parrocchie di Santa Maria di Ne, di San Martino di Caminata e dei Santi Cipriano e Giustina di Sambuceto.
Domenica 1 ottobre don Cavallo farà il suo ingresso come Parroco delle Parrocchie di Sant’Antonino di Breccanecca, di San Salvatore di Cogorno, di San Colombano della Costa e di Santa Maria di Monticelli.
L’immissione canonica sarà alle ore 15:30 nella Basilica dei Fieschi. Contestualmente diventerà anche Parroco delle tre Parrocchie della Val Graveglia di cui era Amministratore. Sarà aiutato nel ministero in tutte e sette le comunità dal Vicario parrocchiale don Fabio Torri.
Ripartono i percorsi della scuola di formazione teologica della nostra diocesi. Giovedì 28 settembre alle ore 21:00 ci sarà l’apertura dell’anno formativo all’Auditorium san Francesco di Chiavari con la partecipazione del Vescovo diocesano e del teologo Andrea Grillo. Da lunedì 2 ottobre, invece, riprenderanno i corsi in presenza, online e nei vicariati. Per informazioni o chiarimenti si può consultare il sito www.sftchiavari.com o scrivere una mail a sft.chiavari@gmail.com.
Il territorio del levante ligure si unisce alla celebrazione mondiale di preghiera e azione per proteggere la casa comune.
Il “Tempo del Creato” è iniziato il 1° settembre, Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, e si concluderà il 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, patrono dell’ecologia amato da molte confessioni cristiane.
«È un’occasione nella quale rinnovare il nostro impegno per la cura della casa comune con una celebrazione ecumenica di preghiera e azione – spiega Elsa Sconnio Boggiano, Direttore dell’Ufficio per l’Ecumenismo e per il Dialogo interreligioso -. Il tema di quest’anno “Che la giustizia e la pace scorrano” mette in primo piano l’immagine di un fiume che ci invita alla riconciliazione e all’unità della creazione».
L’appuntamento promosso dalle Chiese cristiane del Tigullio è in calendario per venerdì 22 settembre a Lavagna. Alle ore 18:00 il ritrovo al Santuario della Madonna del Ponte per camminare lungo il fiume Entella sino al Parco Virgola, dove si terrà una veglia di preghiera comunitaria ed un momento conviviale.
In caso di pioggia l’incontro si svolgerà nella Chiesa di Maria Madre in corso Genova.
«Persone e Relazioni LGBT+ nella Chiesa. Parliamone».
È il titolo dell’incontro promosso dall’Ufficio diocesano di Pastorale familiare in calendario domenica 24 settembre alle ore 21:00 all’Auditorium San Francesco di Chiavari.
Interverrà Chiara D’Urbano, psicologa e psicoterapeuta, Consultore del Dicastero per il Clero della Santa Sede.
«Siamo partiti ascoltando lo scorso 9 giugno le storie di fede di giovani e famiglie dentro il proprio orientamento sessuale – dice don Marco Torre, Direttore dell’Ufficio per la Pastorale della Famiglia -. Ora desideriamo confrontarci con quello che le scienze umane offrono all’intelligenza credente come punti acclarati riguardo le persone LGBT. Lo faremo grazie alla competenza della psicoterapeuta Chiara D’Urbano, chiamata da Papa Francesco al Dicastero del Clero. Porremo domande, non idee precostituite, per poter avviare con serietà una cura pastorale che sia libera da preconcetti e pregiudizi e possa offrire a tutti, proprio a tutti, il Vangelo di Gesù».
L’appuntamento di domenica verrà ripreso integralmente da TeleRadioPace e riproposto lunedì 25 settembre alle ore 21:00 su Telepace 1 (canale 12).
Domenica 24 settembre 2023 a Lavagna è in calendario il XXIV Raduno diocesano delle Confraternite. Alle 11:30 sul sagrato della Basilica di Santo Stefano il Vescovo diocesano celebra l’Eucaristia.
Il Marocco è stato sconvolto nella notte tra l’8 e il 9 settembre da una scossa di terremoto di magnitudo 6.8 della scala Richter, ritenuta la più forte avvenuta nel Paese dal 1900. Il bilancio delle vittime è salito a oltre 2.800 persone, almeno 2.562 i feriti e non meno di 18.000 le famiglie sfollate, rimaste definitivamente senza alloggio. Secondo le Nazioni Unite, almeno 100.000 bambini sono stati colpiti dal terremoto. Immani sono i danni materiali le cui stime risultano ancora provvisorie. Colpita in particolare la regione di Marrakech, dove uno sciame di scosse di assestamento si sussegue, la più forte delle quali è stata del 4.9 grado della scala Richter.
Caritas Rabat si è attivata con la sua Equipe, sta contattando le parrocchie colpite e si sta organizzando per l’assistenza alle persone sfollate.
La Conferenza Episcopale Italiana ha espresso solidarietà alla popolazione del Marocco. Come forma di aiuto immediata, ha deciso lo stanziamento di 300mila euro dai fondi 8xmille che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica.
«Alle sorelle e ai fratelli del Marocco giunga il nostro profondo cordoglio e la nostra vicinanza. Facendoci prossimi alla popolazione provata da questo tragico evento, preghiamo per le vittime e i loro familiari. Assicuriamo inoltre il sostegno delle nostre Chiese, stringendoci a tutti coloro che sono stati colpiti da questa calamità e alla comunità marocchina in Italia ferita negli affetti», ha affermato il card. Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI. Lo stanziamento della CEI aiuterà, attraverso Caritas Italiana, a far fronte alle prime necessità.
È possibile contribuire agli interventi di Caritas Italiana per questa emergenza, utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line, o bonifico bancario specificando nella causale “Terremoto Marocco” tramite:
* Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 24 C 05018 03200 00001 3331 11
* Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT 66 W 03069 09606 100000012474
* Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT 91 P 07601 03200 000000347013
* UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063 119
Con il supporto di RAI per la Sostenibilità – ESG, RAI sosterrà informativamente la campagna di raccolta fondi straordinaria con numero solidale 45525 lanciata da Croce Rossa Italiana, Caritas Italiana e UNICEF per rispondere al terribile terremoto che ha colpito il Marocco. È possibile donare tramite il numero solidale 45525 con un semplice SMS dal proprio telefono cellulare o con una chiamata da rete fissa:
• 2 euro al 45525 con SMS inviato da cellulare WINDTRE, TIM, Vodafone, iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali;
• 5 e 10 euro al 45525 con chiamata da rete fissa TIM, Vodafone, WINDTRE, Fastweb e Tiscali;
• 5 euro al 45525 con chiamata da rete fissa TWT, Convergenze, PosteMobile.
Alla vigilia della partenza del nuovo Anno scolastico è stata celebrata ieri nella parrocchia di Cicagna la Santa Messa con la partecipazione di insegnanti e personale del locale istituto comprensivo.
La Celebrazione Eucaristica è stata presieduta da don Alberto Gastaldi, direttore dell’Ufficio Scuola della Diocesi. Alla Celebrazione erano presenti sindaci e rappresentanti di tutti i Comuni della vallata.
«È un’occasione che si rinnova – afferma Andrea Cestari, insegnante dell’istituto comprensivo – con la certezza che dobbiamo inaugurare il nostro anno con una promessa di bene verso di noi, tra colleghi e verso i ragazzi che incontreremo».
Nell’omelia don Gastaldi ha preso spunto dalla frase che Gesù dice a Pietro “Prendi il largo”, per sollecitare i presenti a «prendere il largo nella scuola, avendo fiducia che occorre passione, competenza e creatività». Non da soli, «ma credendo nella squadra». Per questo ha anche invitato i rappresentanti dei comuni a dialogare sempre di più tra istituzioni per venire incontro alle esigenze che nascono nella zona.
Nel 79° anniversario dall’offerta della sua vita, l’Arma dei Carabinieri e la Comunità di Santo Stefano d’Aveto hanno fatto memoria questa mattina del Servo di Dio Albino Badinelli, per il quale la Diocesi di Chiavari ha aperto nel febbraio 2022 il processo di Beatificazione e Canonizzazione.
Alla commemorazione sono intervenuti il Tenente Colonnello Michele Lastella, comandante del Reparto Operativo dei Carabinieri di Genova, e il Maggiore Luca Mechilli, comandante della Compagnia Carabinieri di Sestri Levante.
Don Massimo Gelmi, Cappellano militare della Legione Carabinieri Liguria ha impartito la benedizione e il pronipote di Badinelli, don Tommaso Mazza, ha recitato la preghiera composta da mons. Giampio Devasini.
Presenti i Sindaci di Santo Stefano d’Aveto, Giuseppe Tassi, e di Mezzanego, Danilo Repetto. Sono intervenuti il Presidente del Parco dell’Aveto Tatiana Ostiensi, l’Associazioni Nazionale Alpini e l’Associazione Nazionale Carabinieri, accanto ai familiari e ai componenti il Comitato “Albino Badinelli”.
Tutto ebbe inizio il 2 settembre del 1944: rispondendo ad un ordine perentorio del maggiore Cadelo, con il quale minacciava di fucilare 20 ostaggi e di incendiare il paese se tutti gli sbandati e i renitenti alle armi non si fossero presentati presso la Casa del Fascio di Santo Stefano d’Aveto, Badinelli raggiunse spontaneamente il comando e si presentò a Cadelo. Quest’ultimo appena seppe che era un carabiniere lo considerò un disertore e lo condannò immediatamente a morte tramite plotone di esecuzione. Chiesto di potersi confessare – cosa che gli fu negata –, Albino ebbe tuttavia la possibilità di confidarsi con monsignor Giuseppe Monteverde che, avvertito da un ragazzo, lo aveva raggiunto presso la Casa del Fascio. Il sacerdote ascoltò le sue ultime volontà e gli consegnò un crocefisso. Accompagnato dal Monsignore, il giovane carabiniere fu portato nei pressi del cimitero e, posto di spalle contro il muro, fu immediatamente fucilato. Poco prima di ricevere la scarica mortale esclamò baciando il crocifisso: «Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno».
Il 26 febbraio 2022 il Vescovo Devasini ha aperto nella Cattedrale di Nostra Signora dell’Orto la fase diocesana del processo di Beatificazione e Canonizzazione di Badinelli, al quale sta lavorando il Tribunale appositamente costituito.
Venerdì 1 settembre alle ore 18:00 nel cortile del Seminario Vescovile di Chiavari (con ingresso Piazza Nostra Signora dell’Orto, 8) si terrà la presentazione del secondo anno della Scuola di Formazione Teologica della Diocesi di Chiavari. Interverrà il Direttore della Scuola, don Federico Pichetto, che illustrerà la proposta formativa e presenterà i corsi attivati.
Con la partecipazione all’Udienza generale del mercoledì di Papa Francesco si è conclusa la decima edizione del Pellegrinaggio diocesano dei Cresimati a Roma.
Tre giornate intense per i 250 ragazzi del territorio che lunedì pomeriggio, al loro arrivo nella Capitale, hanno rinnovato la Professione di Fede sulla tomba dell’Apostolo Pietro nella Basilica vaticana.
Particolarmente coinvolgenti le testimonianze proposte. Lunedì sera Arturo Mariani, calciatore della Nazionale Italiana Amputati, ha invitato i ragazzi al coraggio di scegliere mettendo a frutto i doni ricevuti. Martedì è stata la volta di Capitano Ultimo, il colonnello dei Carabinieri Sergio De Caprio protagonista nel 1993 dell’arresto del boss mafioso Totò Riina. Rivolgendosi ai partecipanti in un appassionante racconto della sua vita, Capitano Ultimo, a partire dalla sua esperienza a contatto con i più bisognosi nell’associazione di volontariato da lui fondata, ha testimoniato la bellezza di una vita capace di aprirsi al dono di sè.
Ma il pellegrinaggio a Roma è stato anche lo spazio per la visita alla città, per costruire nuove amicizie con coetanei di tutta la Diocesi e per tanto divertimento.
A salutare personalmente il Papa a nome del gruppo sono stati otto giovanissimi: Elisa Mazza (Chiavari), Nicole Casorerio (Moneglia), Sara Belfonte (Valfontanabuona), Alice Rossi (Sestri Levante), Nicola Zolezzi (Lavagna), Giulia Curotto (Vignolo di Mezzanego), Anna Lenito Rovegno (Rapallo) e Beatrice Milanta (Santa Margherita Ligure).
«La fede si esprime nel servizio. Ognuno di noi ha questa chiamata alla santità. Andiamo avanti su questa strada»: queste le parole del Pontefice durante l’Udienza generale, che ha poi incontrato personalmente gli otto ragazzi che gli hanno donato una maglietta del pellegrinaggio.
In serata il rientro a casa.
Se è vero, come ha ricordato Papa Francesco, che «il cammino verso l’unità dei cristiani e il cammino di conversione sinodale della Chiesa sono legati», a sottolineare questo stretto legame il prossimo 30 settembre in Piazza San Pietro è in programma una Veglia ecumenica di preghiera, alla quale sono invitati «fratelli e sorelle di tutte le confessioni cristiane» e con la quale «affideremo a Dio i lavori della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi».
L’iniziativa intitolata “Together – Raduno del Popolo di Dio” vuole essere un tempo di ascolto, di condivisione, di fratellanza, di unità e pace. Ad essa parteciperanno giovani dai 18 ai 35 anni provenienti da tutta Europa. La veglia di preghiera ecumenica sarà celebrata alla vigilia della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema: “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”, che si svolgerà dal 4 al 29 ottobre 2023.
Il Servizio diocesano di Pastorale giovanile si sta attivando per partecipare all’evento. La partenza sarà sabato 30 settembre al mattino in treno da Chiavari. La veglia in Piazza San Pietro, presieduta da Papa Francesco, è prevista alle ore 17:00. Il rientro il giorno seguente in serata.
Per informazioni o iscrizioni è possibile collegarsi a questo link:
Con un animo in cui si intrecciano gratitudine e dispiacere apprendiamo la decisione delle Sorelle Clarisse di Leivi di lasciare la nostra Diocesi per unirsi alla comunità delle Clarisse di Vicoforte, scelta maturata al compiersi di un cammino di discernimento che le ha viste impegnate negli ultimi anni.
Siamo grati alle Sorelle di Santa Chiara perché la loro presenza nella nostra Chiesa diocesana in questi trent’anni è stata per laici e presbiteri un significativo punto di riferimento per la propria vita spirituale.
Chi sale al Monastero di Leivi sa di trovare un’oasi di pace dove poter godere dell’amicizia fraterna delle Suore e della bellezza di un luogo che permette tempi distesi di silenzio e preghiera.
Comprendiamo la scelta delle Clarisse e insieme alla gratitudine per quanto hanno donato alla nostra Diocesi manifestiamo anche un profondo dispiacere, nella consapevolezza di perdere una presenza di grande valore spirituale che arricchiva il tessuto della nostra Chiesa chiavarese.
don Luca Sardella
Portavoce della Diocesi
La nostra Diocesi si prepara ad ospitare la 73a Settimana Liturgica Nazionale che dal prossimo lunedì 28 agosto vedrà convenire a Chiavari 200 convegnisti da ogni parte d’Italia.
Tema di fondo che scandirà le giornate nel Tigullio, promosse dal Centro Azione Liturgica e dalla Chiesa chiavarese, sarà: “E’ bello per noi essere qui. Bellezza e verità del celebrare cristiano”.
Accogliendo l’invito di Papa Francesco a «riscoprire ogni giorno la bellezza della verità della celebrazione cristiana», il CAL vuole offrire a presbiteri, religiosi, religiose, laici e operatori pastorali la possibilità di una seria e vitale formazione alla e dalla liturgia.
Numerosi gli ospiti che interverranno nella Cattedrale di Nostra Signora dell’Orto. Tra loro anche il card. Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, che presiederà l’Eucaristia martedì 29 agosto alle ore 8:30.
La sede del Convegno sarà la Cattedrale, ma è previsto anche uno spostamento in battello a Rapallo, martedì pomeriggio, dove nella Basilica dei Santi Gervasio e Protasio il Vescovo di Savona, mons. Calogero Marino, presiederà la Liturgia del Vespro.
Tra gli appuntamenti in programma si segnala la relazione di mercoledì 30 agosto di mons. Vittorio Viola, Segretario del Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, e una tavola rotonda al pomeriggio sul tema “Architettura e musica in dialogo”, con la partecipazione del compositore Marco Frisina. Giovedì 31 agosto al mattino la relazione di padre Enzo Fortunato sul tema “Liturgia in un cambiamento d’epoca”.
«In questo tempo di chiara difficoltà, più volte definito da Papa Francesco un “cambiamento d’epoca”, in cui vive la comunità ecclesiale in Italia, soprattutto nel periodo post-pandemico e a partire dalle recenti indagini sulla partecipazione dei credenti alla celebrazione eucaristica domenicale, in particolare tra le nuove generazioni, – spiegano gli organizzatori – nella liturgia il Risorto si prende cura di noi e mediante il suo Spirito, a nostra volta anche noi possiamo prenderci cura gli uni degli altri».
Tutti gli appuntamenti saranno trasmessi in diretta da Teleradiopace.
Gli Uffici della Curia vescovile, dopo la pausa estiva, riaprono lunedì 21 agosto con il consueto orario: dal lunedì al sabato (escluso il venerdì) dalle ore 9:00 alle ore 12:00.
Taglia il traguardo dei dieci anni il Pellegrinaggio diocesano dei Cresimati a Roma. L’esperienza quest’anno coinvolgerà 250 tra ragazzi e accompagnatori, affermandosi come tappa significativa nell’itinerario formativo rivolto ai ragazzi che hanno celebrato il Sacramento della Confermazione.
La partenza lunedì 28 agosto dalle varie parti della Diocesi e il ritrovo nella Basilica di San Pietro per il rinnovo della Professione di fede. Dopo una visita guidata nel centro città, alla sera è previsto l’incontro con Arturo Mariani, calciatore della Nazionale Italiana Amputati. Martedì 29 la Celebrazione Eucaristica nella Basilica di Sant’Andrea della Valle, la visita ai principali monumenti della città e l’incontro dopo pranzo con Capitano Ultimo. Mercoledì 30 la partecipazione all’Udienza generale di Papa Francesco, al termine della quale due ragazzi del gruppo saluteranno personalmente il Pontefice.
Centinaia di gruppi, migliaia di ragazzi arrivati a Lisbona da 180 Diocesi per partecipare alla 37ª Giornata Mondiale della Gioventù hanno varcato la soglia di “Casa Italia”, in rua Artilharia 1. Ogni giorno dalle 9 alle 22, il “quartier generale tricolore” ha accolto i pellegrini italiani con i loro accompagnatori, fornendo informazioni, materiale e supporto, facendo fronte ad eventuali esigenze di tipo sanitario o burocratico, e diventando sempre più un punto di riferimento per tutti, Vescovi e giovani.
«‘Casa Italia’ non è un luogo di destinazione, ma piuttosto di sosta che, da una parte, ha la funzione concreta di rispondere a dei bisogni e, dall’altra, quella di essere un posto di scambio e incontro, nell’informalità. Per i giovani, i capigruppo e i genitori che stanno a casa, sapere che esiste un luogo così è importante. È come un rifugio in montagna quando scoppia un temporale improvviso; è sapere di poter avere un tetto sulla testa, di poter contare su qualcuno che ti accoglie. I servizi di ‘Casa Italia’ li abbiamo sperimentati e costruiti sul campo, un po’ alla volta, da Cracovia in poi, in base all’esperienza. Si tratta ormai di un modello, anche per le altre Conferenze Episcopali», spiega don Michele Falabretti, responsabile del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile della CEI.
Dal 1° al 6 agosto, il presidio medico di “Casa Italia”, coordinato dal dottor Riccardo Cazzuffi, pneumologo degli Ospedali Riuniti Padova Sud “Madre Teresa di Calcutta”, ha dato assistenza a circa 200 ragazzi per un primo soccorso per lievi patologie. Grazie alla collaborazione con l’Ambasciatore d’Italia in Portogallo, Carlo Formosa, è stato operativo anche un ufficio dell’Ambasciata, a disposizione di quanti avevano smarrito i documenti. “Casa Italia” inoltre è stata la base dei media CEI – Avvenire, Tv2000 e inBlu2000, Agenzia Sir – che, ognuno con il proprio stile e linguaggio, hanno offerto un racconto a 360° dell’appuntamento di Lisbona, sulla carta stampata, sui social, sul web, in tv e sulle frequenze radio. «La circolarità vissuta dai nostri media è una ricchezza che aiuta anche a comprendere il ventaglio di possibilità con cui avvicinarsi alla realtà: articoli, servizi televisivi, lanci di agenzia… tutto concorre ad ascoltare e a raccontare. Una strada da percorrere con decisione per continuare a leggere con l’occhio della fede quanto avviene intorno a noi. È la sfida per il presente e la grande opportunità per il futuro», sottolinea Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali.
«Il Papa ha rivolto tante domande ai giovani; noi lasciamoci interrogare dalla loro presenza. La Gmg non finisce qui a Lisbona: è necessario andare nel mondo, tornare nelle strade, continuare a lavorare e studiare con la certezza di un Amore che ci ha chiamato e consegnato il mandato di dire a tutti di essere amati. La Chiesa deve andare, inquieta ma certa, verso Dio e verso gli uomini; la Chiesa ha bisogno di un nuovo annuncio che non può non camminare con i piedi e con il cuore di questi giovani», afferma Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI.
L’entusiasmo dei giovani chiavaresi si fa sentire. A Lisbona i ragazzi accompagnati dal Vescovo Devasini partecipano ai diversi appuntamenti. Le voci dei partecipanti nelle interviste di Teleradiopace.
Con un videomessaggio, mons. Giampio Devasini si rivolge ai giovani in partenza per la Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona
Senza Chiesa e senza Dio: presente e futuro dell’Occidente post-cristiano. Martedì 1 agosto a Sestri Levante alle ore 21, incontro con il teologo Brunetto Salvarani
Sono 65mila i ragazzi italiani in partenza per la Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona, in programma dall’1 al 6 agosto. Ad accompagnarli 106 Vescovi insieme a sacerdoti, religiose e religiosi, educatori e animatori.
Nella capitale portoghese, la delegazione azzurra – che vede rappresentate 180 Diocesi – avrà come punto di riferimento “Casa Italia”, un luogo dove trovare informazioni e materiali, risolvere problemi, oltre che per incontrarsi, stare insieme e condividere esperienze, anche con chi è rimasto a casa o sui social grazie al wifi gratuito.
Ubicata in una scuola gestita dalla Suore di Santa Dorotea della Frassinetti in rua Artilharia, a “Casa Italia” – che sarà ben riconoscibile grazie agli allestimenti ideati e realizzati dagli studenti dell’Accademia di arti grafiche del Patronato San Vincenzo di Bergamo – saranno operativi la segreteria del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile che offrirà assistenza agli accompagnatori e ai responsabili dei gruppi, un ufficio dell’Ambasciata e un presidio medico. Presente anche lo staff dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali della CEI che racconterà la Gmg sul sito https://gmg.chiesacattolica.it/ e supporterà giornalisti e operatori dei media italiani inviati a Lisbona. L’accoglienza sarà garantita da una trentina di volontari, provenienti da tutta Italia.
Ad inaugurare il “quartier generale tricolore” a Lisbona sarà Mons. Giuseppe Baturi, Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI, domenica 30 luglio alle 12 (ora portoghese).
Rispetto al programma ufficiale della Gmg, i ragazzi italiani parteciperanno dal 2 al 4 agosto alle catechesi che saranno tenute dai Vescovi nei luoghi di alloggio dei pellegrini. Il 2 agosto, alle 20 (ora portoghese), il Passeio Maritimo de Algés ospiterà la Festa degli italiani, un momento di condivisione e riflessione trasmesso in diretta da Tv2000 a partire dalle 21 (ora italiana).
L’esperienza della compagine azzurra verrà documentata da Avvenire, Tv2000, InBlu2000 e Agenzia Sir con servizi dedicati, speciali e dirette. Informazioni e aggiornamenti in tempo reale anche sui social della Pastorale giovanile e della Conferenza Episcopale Italiana.
“Il coinvolgimento delle Diocesi, che da mesi si preparano a questo appuntamento, e la grande partecipazione dei ragazzi – sottolinea don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile della CEI – raccontano di una Chiesa viva e più giovane di quanto immaginiamo. Quella di Lisbona sarà un’esperienza particolare per diversi motivi: innanzitutto, la generazione che vi prende parte, per questioni anagrafiche, non ha mai vissuto qualcosa di simile ma viene dalla sofferenza della pandemia; inoltre, è la prima volta che l’incontro mondiale dei giovani si svolge in un Continente in cui è in atto una guerra. Ogni Gmg è un grande laboratorio: culture, lingue, provenienze diverse aprono il cuore alla comprensione dell’esistenza stessa. Questa edizione, in particolare, servirà anche a rigenerare la fiducia negli altri, la consapevolezza che dipendiamo gli uni dagli altri, che abbiamo bisogno di riconoscere nell’altro un fratello e che vale la pena mettersi in gioco. E di farlo, come ci ha ricordato Papa Francesco, con quella mistica del cammino che è sempre vicino agli altri e non da soli”.
Sono partiti con molta emozione alla volta di Chavez, in Portogallo, gli otto giovani della diocesi di Chiavari che vivranno i prossimi giorni di attesa della Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona ospitati dalle famiglie del territorio.
Un’esperienza, quella del “gemellaggio”, che punta alla condivisione dell’amicizia e della fede tra i ragazzi di tutto il Mondo e i coetanei portoghesi che li accoglieranno. La prima tappa del viaggio è stata Barcellona. Domani, insieme ai coetanei di Genova, si proseguirà per la Diocesi di Vila Real.
«Desideriamo conoscere da vicino il territorio – spiega don Stefano Bruzzone, vice direttore del Servizio diocesano di Pastorale giovanile -. La possibilità di abitare a coppie nelle famiglie che hanno dato disponibilità all’accoglienza è un’occasione per costruire legami significativi».
Saranno 192 i giovani della Diocesi che parteciperanno alla GMG.
Il gruppo partirà da Chiavari sabato sera alle ore 21:00. Dopo una tappa a Barcellona, si arriverà lunedì 31 ad Algueirao Mem Martins, paese che oltre ai chiavaresi ospiterà anche le diocesi di Padova e Verona.
Nel programma la partecipazione alle catechesi con i Vescovi, la festa per gli italiani e la via Crucis con Papa Francesco. Cuore della GMG la veglia di preghiera presieduta dal Pontefice nel Campo da Graça di Lisbona, sabato 5 agosto, e la Santa Messa conclusiva di domenica 6 agosto.
Grande successo di pubblico a Santa Margherita Ligure per la serata dedicata al rapporto tra scienza e fede insieme a don Matteo Galaverni, astrofisico della Specola Vaticana. L’appuntamento di ieri, promosso dalla Parrocchia di Santa Margherita e dall’Ufficio Cultura della Diocesi, ha raccolto in Piazza Caprera oltre duecento persone. Don Galaverni ha evidenziato come scienza e religione possano dialogare, ponendo l’accento su come lo studio dell’Universo possa arricchire il personale cammino di fede, aprendolo alla contemplazione. La serata, introdotta dall’Arciprete di Santa Margherita don Luca Sardella e dal Direttore dell’Ufficio Cultura don Jacopo De Vecchi, è stata arricchita dalla musica del violoncello del maestro Raffaele Ottonello.
Nell’ambito del viaggio missionario dei Vescovi Devasini e Tasca a Cuba, si è svolta a Sancti Spirtus la Giornata Nazionale della Gioventù insieme al vescovo di Santa Clara Arturo Amador. Un appuntamento propedeutico alla GMG di Lisbona.
Continua in questi giorni il viaggio missionario di mons. Giampio Devasini in terra cubana.
A Copa, nella Parrocchia di Manacas, il Vescovo ha celebrato la Santa Messa e amministrato il battesimo al piccolo Cristopher Daniel.
Poi la visita è continuata nella comunità di Cascajal. Qui si sono incontrate le famiglie di alcuni missionari laici e la realtà della mensa dei poveri.
Una passeggiata nell’universo tra pianeti, stelle, galassie. E’ quella che proporrà a Santa Margherita Ligure, nell’ambito dei festeggiamenti per Santa Margherita, don Matteo Galaverni, dottore in Fisica con specializzazione in Fisica Quantistica e sacerdote della diocesi di Reggio Emilia, Ricercatore e Astrofisico presso l’Osservatorio Astronomico vaticano (Specola).
L’iniziativa è promossa dall’Ufficio Cultura della Diocesi, con la collaborazione della Parrocchia di Santa Margherita.
Ha destato interesse e ricevuto l’attenzione della comunità scientifica internazionale l’ultimo studio di don Galaverni, elaborato insieme all’Astrofisico gesuita padre Gabriele Gionti, che indaga il rapporto tra forza di gravità e Big Bang. Il sacerdote scienziato proporrà una passeggiata nell’universo: “L’Amor che move il sole e l’altre stelle”, per farci riscoprire come fede e ragione siano «le due ali con le quali l’uomo si innalza verso la verità» (Fides et Ratio, san Giovanni Paolo II). Una serata straordinaria, da non perdere.
Gli interventi di don Matteo sono in dialogo con il Violoncello del M° Raffaele Ottonello, che proporrà brani di Bach e Cassadò.
Incontro con don Aristide Fugamalli nell’ambito dei festeggiamenti per la Madonna del Carmine a Sestri Levante
E’ atterrata ieri sera all’Aeroporto di L’Avana la delegazione delle Diocesi di Chiavari e Genova in visita alla missione interdiocesana di Santa Clara a Cuba. Presenti i Vescovi Giampio Devasini e Marco Tasca che sono stati accolti in aeroporto dai missionari don Claudio Arata e don Paolo Benvenuto. Dopo la notte trascorsa nella capitale cubana, oggi il trasferimento a Santa Clara. Monsignor Devasini domattina incontrerà la Comunità di Cascajal e farà visita alla mensa dei poveri.
L’Arcivescovo metropolita di Genova, mons. Marco Tasca, e il Vescovo di Chiavari, mons. Giampio Devasini, atterreranno domani sera a Cuba per visitare la missione interdiocesana che da diversi anni opera nella Diocesi di Santa Clara, nel cuore dell’isola caraibica.
Un viaggio di dieci giorni che permetterà ai pastori delle due Diocesi liguri di prendere contatto con la realtà missionaria iniziata nell’ottobre 2005 e portata avanti in questo momento da don Paolo Benvenuto (Genova) e don Claudio Arata (Chiavari).
Il programma è molto articolato. I due vescovi incontreranno il Vescovo di Santa Clara Marcelo Arturo González Amador e conosceranno da vicino le realtà della missione. Previste visite alle mense parrocchiali della Caritas, incontri con i volontari e con le persone assistite e la partecipazione, sabato, alla Giornata diocesana della Gioventù a Sancti Spíritus. Accompagnati da tre sacerdoti liguri, i presuli al termine del viaggio incontreranno a L’Avana il Nunzio Apostolico.
(l.sard.)
In allegato il programma del mese di Luglio
Un richiamo alla gioia è quello che ha idealmente unito Chiavari e Rapallo in occasione delle feste mariane in onore di Nostra Signora dell’Orto e Nostra Signora di Montallegro. Nei servizi di Telepace la sintesi degli appuntamenti conclusivi del 3 luglio
Nella Cattedrale di Chiavari, il Vescovo diocesano ha celebrato la Solennità di Nostra Signora dell’Orto, patrona della Città e della Diocesi. «La Vergine Maria, Regina della pace e luminoso esempio di carità, qui onorata con il titolo di Madonna dell’Orto – ha detto mons. Devasini nell’omelia – aiuti tutti noi a vivere la vita buona del Vangelo».
Qui il testo integrale dell’omelia.
Il Vescovo diocesano ha presieduto la Celebrazione Eucaristica nella Basilica dei Santi Gervasio e Protasio in occasione della Solennità di Nostra Signora di Montallegro.
Al termine del Panegirico, sul lungomare, mons. Devasini è salito al Santuario mariano dove ha salutato il card. Ernest Simoni che ha presieduto le Celebrazioni al Santuario.
Qui il testo dell’omelia di questa mattina.
La Diocesi si prepara ad onorare Maria, venerata con i titoli di Nostra Signora dell’Orto, patrona della città di Chiavari e della Diocesi, e di Nostra Signora di Montallegro, patrona della città di Rapallo e del suo Capitaneato.
Le “Feste di Luglio” inizieranno domani, sabato 1 luglio.
A Rapallo alle ore 7:00 il Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini, presiederà la Santa Messa nella Basilica dei Santi Gervasio e Protasio e la successiva intronizzazione dell’Arca argentea della Madonna.
Alle 10:30 in Cattedrale si terrà, sempre alla presenza del Vescovo, l’offerta dei fiori da parte dei bambini. Alle 21:00 la preghiera dei Primi Vespri in Cattedrale, presieduti da mons. Corrado Sanguineti, vescovo di Pavia.
Domenica 2 luglio alle ore 6:00 in Cattedrale la Santa Messa nella memoria dell’Apparizione sarà presieduta da mons. Calogero Marino, vescovo di Savona-Noli.
Alle 10:30 nella Basilica dei Santi Gervasio e Protasio di Rapallo mons. Devasini presiederà la Concelebrazione eucaristica. Alle 12:00 l’accensione del Panegirico sul lungomare Vittorio Veneto.
Al Santuario di Montallegro la Santa Messa alle ore 10:30 sarà presieduta dal Card. Ernest Simoni e alle ore 12:00 la Supplica alla Vergine nell’ora dell’apparizione.
In Cattedrale alle ore 18:00 mons. Devasini presiederà l’Eucaristia alla presenza delle Autorità cittadine.
Lunedì 3 luglio la Celebrazione in Cattedrale alle ore 18:00 sarà presieduta dal card. Francesco Coccopalmerio, Presidente emerito del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi. Alle 21:00 si snoderà la processione per le strade di Chiavari.
A Rapallo, sempre il 3 luglio, alle ore 18:00 in Basilica la Santa Messa sarà presieduta dal Parroco della Basilica papale di San Pietro in Vaticano, padre Agnello Stoia. Alle 21:00 la processione.
La città di Rapallo salirà a Montallegro per lo scioglimento del voto domenica 9 luglio: alle 10:30 la Santa Messa sarà presieduta dal Vescovo.
«Insieme con me – scrive mons. Devasini in un messaggio alla Diocesi – affidate alla Vergine Madre tutte le famiglie in cui figli o figlie stanno vivendo esperienze di grave disagio, famiglie che spesso appaiono smarrite e che non sempre sono sostenute in modo adeguato. Per intercessione di Maria Santissima il Signore le accompagni anche attraverso la nostra vicinanza affettiva ed effettiva».
Gli Uffici della Curia rimarranno chiusi per la pausa estiva da lunedì 7 agosto a domenica 20 agosto.
Si osserverà anche la chiusura il prossimo lunedì 3 luglio in occasione delle feste mariane.
È disponibile online sul sito www.settimanesociali.it il Documento preparatorio della 50ª Settimana Sociale dei Cattolici in Italia, in programma a Trieste dal 3 al 7 luglio 2024.
Partecipazione e pace, lavoro e diritti, migrazioni, ecologia integrale, economia che metta al centro l’uomo e la natura sono i temi “Al cuore della democrazia” che faranno da filo rosso al tradizionale appuntamento promosso dalla CEI.
Pensata come un processo più che come un evento, la Settimana Sociale entra nel vivo con la pubblicazione del Documento preparatorio che aiuterà a riflettere e a individuare idee da realizzare per “partecipare tra storia e futuro”. “Il futuro del Paese – sottolinea il Documento – richiede persone capaci di mettersi in gioco e di collaborare tra loro per rigenerare gli spazi di vita, anche i più marginali e affaticati, rinforzando la capacità di scegliere democraticamente e di vivere il potere come un servizio da condividere. È una sfida che riguarda tutti i cittadini: tutte le voci di una comunità devono trovare parola, ascolto e sostegno, per elaborare pensiero e avviare percorsi di partecipazione, per trasformare il presente e liberare più bellezza nel futuro”.
In vista di una Settimana Sociale che vuole essere “un crocevia di persone e progetti diversi, un luogo per condividere il presente e immaginare insieme il futuro, ricercando sempre nuove vie per costruire il bene comune”, Diocesi e territori, aggregazioni laicali e famiglie religiose, cittadini e fedeli sono chiamati a confrontarsi sul tema della democrazia, a partire da alcune domande presenti nel Documento. Così da dare un contributo significativo al Cammino sinodale – di cui la Settimana Sociale è parte integrante – e allo sviluppo del Paese.
In quest’ottica, la scelta della sede non è casuale: Trieste è città di confine, proiettata verso l’Europa e aperta verso Est, con una presenza storica di tante Confessioni cristiane e religioni diverse; una terra segnata da divisioni politiche che ne hanno attraversato la storia, con luoghi che ricordano dove porta la negazione della democrazia, dalla Risiera di San Saba alle Foibe. “Vogliamo capire – spiega il Documento – qualcosa di più di questi confini che uniscono e dividono, di questa Europa e del suo sogno di pace tante volte tradito, del mondo che vi arriva a piedi – piedi feriti dal cammino e provati dalla fatica – dopo aver percorso le strade della guerra e della disperazione”.
L’importanza dell’apertura alla multiculturalità e al pluralismo così come del dialogo sono richiamati in modo plastico dal logo, che raffigura dei baloon che si intrecciano: l’intersezione delle forme e dei colori crea una croce, simbolo delle radici e dei valori che sono alla base dell’appuntamento.
La comunità – fattore chiave del cambiamento proposto – è invece rappresentata dall’immagine scelta per la 50ª edizione che, riecheggiando le grafiche degli anni ‘60, in particolare dell’optical art, utilizza elementi geometrici semplici per generare, grazie alla loro ripetizione, un grande cuore fatto di persone.
Il Vescovo di Chiavari ha ricevuto una speciale onorificenza dal Sovrano Militare Ordine di Malta. Con il rito di investitura, è diventato Cappellano conventuale ad honorem e aiuterà l’ordine nelle sue attività di testimonianza della fede e di aiuto ai più bisognosi.
Rinnoviamo l’invito alle comunità ecclesiali e, in particolare, ai monasteri presenti sul territorio nazionale ad accompagnare con la preghiera la visita a Mosca che il Cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della CEI, compirà quale Inviato di Papa Francesco nei giorni 28 e 29 giugno.
Auspichiamo che questa nuova iniziativa possa contribuire al raggiungimento di una giusta pace. Con le parole del Santo Padre ci rivolgiamo alla Vergine Maria: “Regina della famiglia umana, mostra ai popoli la via della fraternità. Regina della pace, ottieni al mondo la pace” (Atto di consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, 25 marzo 2022).
Mons. Giuseppe Baturi
Arcivescovo di Cagliari e Segretario Generale della CEI
Il Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini, ha nominato don Beppe Culoma nuovo Parroco della Parrocchia di San Quirico d’Assereto a Rapallo.
L’immissione canonica avverrà domenica 8 ottobre.
Don Culoma sostituisce don Emilio Arata, che continuerà il suo ministero di Parroco a San Maurizio di Monti, e proseguirà il servizio pastorale anche a San Pietro di Novella e a Sant’Andrea di Foggia.
Dal prossimo 22 luglio, festa della Dedicazione della Cattedrale, ci saranno anche avvicendamenti nelle responsabilità di alcuni Uffici di Curia.
Don Maurizio Prandi è stato nominato Direttore dell’Ufficio Missionario e sostituirà don Federico Tavella; don Stefano Bruzzone è stato nominato Direttore dell’Ufficio Migrantes e sostituirà don Beppe Culoma; la signora Carmen Cianci è stata nominata Direttore dell’Ufficio per la Promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica e sostituirà Francesco Baratta. La signora Cianci, rapallese di origine e di residenza, è Presidente dell’Associazione diocesana “Collaboratori Familiari del Clero”.
don Luca Sardella
Direttore Ufficio per le Comunicazioni sociali
Portavoce della Diocesi
Sono oltre duecento le presenze attese da tutta Italia a Chiavari dal 28 al 31 agosto per partecipare alla Settimana Liturgica Nazionale, appuntamento promosso dal Centro Azione Liturgica e quest’anno dalla nostra Diocesi sul tema: “E’ bello per noi essere qui. Bellezza e verità del celebrare cristiano”.
Ricco il parterre di ospiti che parteciperà all’evento. Si segnala la partecipazione del cardinale Matteo Maria Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, che martedì 29 agosto presiederà l’Eucaristia nella Cattedrale di Nostra Signora dell’Orto.
Tra gli altri interverranno il teologo mons. Bruno Forte, il compositore mons. Marco Frisina, il giornalista padre Enzo Fortunato, e la biblista Rosanna Virgili.
Tutti gli ascolti si terranno nella Cattedrale di Nostra Signora dell’Orto. I partecipanti alloggeranno in strutture alberghiere e religiose del territorio, godendo nel tempo libero della possibilità di visitare la città di Chiavari. Mercoledì 30 agosto sarà organizzata una cena tipica presso il Seminario vescovile, alla quale seguirà alle 21:15 un Concerto in Piazza Nostra Signora dell’Orto.
Le iscrizioni sono aperte e si possono effettuare solamente on line su questa pagina entro il 31 luglio. I posti nelle strutture religiose sono esauriti e pertanto sarà necessario iscriversi presso quelle alberghiere.
Chi partecipa dalla Diocesi di Chiavari dovrà fare l’iscrizione come Uditore.
Un luogo di culto particolarmente caro alla comunità di Santa Maria del Campo di Rapallo. Al Santuario di Nostra Signora di Caravaggio, sulla vetta del monte Orsena, monsignor Giampio Devasini ha celebrato domenica mattina la Santa Messa.
Tutte le foto dell’esperienza
Il vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini, ha celebrato questa mattina nella Parrocchia di San Giacomo di Rupinaro a Chiavari la Santa Messa per l’Arma dei Carabinieri.
Ai presenti il grazie del Vescovo: «Mettete la vostra vita a servizio della comunità per la tutela dell’ordine pubblico, per la crescita del bene comune».
Nella serata di ieri si è svolta la Processione del Corpus Domini per le vie di Chiavari.
La Presidenza della CEI esprime la vicinanza e l’affetto dei Vescovi e delle Chiese in Italia a Papa Francesco, ricoverato oggi pomeriggio, 7 giugno, al Policlinico Universitario A. Gemelli per un intervento chirurgico.
In questo ulteriore momento di prova, la Presidenza si stringe attorno al Santo Padre e invita le comunità ecclesiali a sostenerLo con la preghiera. Con l’augurio di una pronta guarigione, affida al Signore il lavoro dei medici e degli operatori sanitari.
C’era una volta la guerra, spettacolo teatrale prodotto da EMERGENCY Ong Onlus, interpretato da Mario Spallino, per la regia e drammaturgia di Patrizia Pasqui, sarà in scena domani, 6 giugno, alle ore 21:00 presso l’Auditorium San Francesco di via Entella 7 a Chiavari.
L’evento è realizzato dalla Caritas Diocesana con il patrocinio del Comune di Chiavari – Assessorato alla Cultura.
In un atto unico di 75 minuti si susseguono fatti, personaggi, riflessioni, dialoghi e canzoni che cercano di ripercorrere la storia di questi ultimi decenni e mostrare che la guerra non è inevitabile.
L’orologio dell’Apocalisse – il Doomsday Clock, è stato ideato dagli scienziati della rivista del Bulletin of Atomic Scientists nel 1947 per mostrare metaforicamente una ipotetica fine del mondo. I rischi di una guerra nucleare e il cambiamento climatico hanno, recentemente, portato gli scienziati a spostare le lancette in avanti di 20 secondi. A separarci dalla mezzanotte solo 90 secondi.
Di fronte a tutto questo, C’era una volta la guerra è un titolo che potrebbe sembrare un’utopia. ‘Utopia’ non è una parola adatta soltanto ai sognatori, ai poeti o ai pazzi. Non significa fuga dalla realtà, ma capacità di immaginare qualcosa che non c’è ancora, rendendola possibile. A dimostrarcelo sono le vite di alcune persone, più o meno conosciute, che negli anni hanno saputo inceppare il meccanismo della guerra, “per un futuro che tenga conto dell’umanità”.
Attraverso la voce di Mario Spallino, accompagnata da musiche e canzoni originali di Guido Tongiorgi, le loro storie prendono vita sulla scena per ricordarci che uomini e donne normali possono, con le loro scelte, compiere azioni stra-ordinarie.
C’era una volta la guerra è uno spettacolo, ma anche e soprattutto un contributo a un’educazione che includa nel suo percorso l’utopia.
“C’era una volta la guerra, si chiama questo spettacolo, e il bello è che basta già a fare sperare e sognare il titolo, a suo modo utopistico, idealista, forse visionario. […] Medici, volontari, politici, soldati e testimoni di pace raccontati per riflessioni, dialoghi, cronache, canzoni” (Matteo Macor – La Repubblica)
Ingresso a offerta libera.
Per info: caritas@chiavari.chiesacattolica.it
Alla conclusione del tempo estivo alcune Comunità parrocchiali della nostra Diocesi vivranno un avvicendamento alla loro guida.
Dopo 14 anni di servizio pastorale a Casarza Ligure, don Stefano Traini ha chiesto al Vescovo di potersi dedicare a tempo pieno alla Caritas diocesana, della quale è stato nominato Direttore lo scorso anno. Una richiesta dettata dal carico di lavoro che ha reso difficoltoso continuare anche la cura delle Parrocchie a lui affidate.
Per questo da domenica 24 settembre il nuovo Parroco delle Parrocchie di San Michele Arcangelo di Casarza Ligure, di San Martino di Bargone e di Santa Maria Assunta di Massasco sarà don Maurizio Prandi, che dopo 11 anni lascia la Zona Pastorale di San Salvatore di Cogorno.
A sostituire don Prandi dal 1° ottobre sarà don Alessandro Cavallo che diventerà così Parroco delle Parrocchie di Sant’Antonino di Breccanecca, di San Salvatore di Cogorno, di San Colombano della Costa e di Santa Maria di Monticelli.
Don Cavallo continuerà anche il suo ministero in Val Graveglia, diventando contestualmente Parroco delle Parrocchie di Santa Maria di Ne, di San Martino di Caminata e dei Santi Cipriano e Giustina di Sambuceto, comunità che guidava come Amministratore parrocchiale dallo scorso mese di ottobre.
Ad aiutarlo nella zona pastorale di San Salvatore e in Val Graveglia sarà il prete novello don Fabio Torri che viene nominato Vicario parrocchiale di tutte e sette le Parrocchie.
Don Torri inizierà anche un’esperienza di studio che lo porterà a Milano alcuni giorni alla settimana per frequentare i corsi di Teologia Morale alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale.
Il sacerdote novello don Emiljano Malia sostituirà don Cavallo nell’ufficio di Vicario parrocchiale della Parrocchia di San Giovanni Battista di Chiavari.
Le nomine sono state firmate dal Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini, e comunicate questa mattina a tutte le Comunità interessate nel corso delle Celebrazioni Eucaristiche.
don Luca Sardella
Direttore Ufficio per le Comunicazioni sociali
Portavoce della Diocesi
Sono ancora aperte le iscrizioni al Summer Camp di formazione per i catechisti in calendario dal 16 al 18 giugno a Belpiano.
“Catechista oggi: istruzioni per l’uso”: il Workshop residenziale alternerà proposte e lavori curati dall’Equipe diocesana per la Catechesi, dalla Scuola diocesana di Formazione Teologica e dal prof. Pierpaolo Triani, docente di pedagogia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Chi non riesce ad essere presente all’intero weekend può anche partecipare ad uno o più incontri. L’Ufficio per la Catechesi suggerisce che ogni Parrocchia o Zona pastorale invii almeno due catechisti/catechiste per partecipare all’iniziativa.
“Una storia d’amore mette in crisi o in cammino la Chiesa di oggi?”.
Partirà da questa domanda il confronto promosso dall’Ufficio per la Pastorale della famiglia della nostra Diocesi in calendario venerdì 9 giugno alle ore 21:00 nel Seminario vescovile di Piazza Nostra Signora dell’Orto a Chiavari.
«In questo tempo sinodale la nostra Chiesa diocesana desidera mettersi in ascolto di storie affettive dentro un cammino di fede – spiega don Marco Torre, direttore dell’Ufficio per la Pastorale della famiglia -. L’ascolto di una storia può spiazzare e mettere in crisi e per questo ci muove, ci apre. La diocesi di Bologna, come altre, è in cammino da tempo. Saranno con noi il direttore dell’Ufficio di Pastorale familiare e due coppie che fanno parte del gruppo diocesano “in cammino”».
All’incontro interverranno Pietro e Giacomo, coppia omosessuale, Beatrice e Giampiero, genitori di un ragazzo omosessuale e don Gabriele Davalli, direttore dell’Ufficio per la Pastorale della famiglia della diocesi di Bologna.
In una serata di musica e festa nel centro di Lavagna, i 190 giovani della Diocesi che partiranno per Lisbona per vivere la prossima Giornata Mondiale della Gioventù hanno ricevuto ieri sera il mandato dal Vescovo diocesano.
Dopo la cena al Porticato Brignardello preparata dai volontari dell’Operazione Mato Grosso e servita dagli studenti dell’Accademia del Turismo di Lavagna, monsignor Devasini ha invitato i ragazzi a preparare il cuore per vivere la GMG come occasione di crescita nella vita e nella fede, per rientrare poi a casa e mettersi a servizio degli altri.
Alcuni adulti hanno scritto delle lettere ai giovani che sono state lette e consegnate ai partecipanti: «Nella valigia non dimenticate di mettere alcune parole che riteniamo fondamentali: curiosità, gioia, libertà, stupore. Ci aspettiamo che torniate entusiasti della vita e con la “fretta buona” di chi sa di aver ricevuto dei doni straordinari dal Signore e non può fare a meno di condividerli. Vi accompagniamo con tenerezza e preghiamo per ciascuno di voi».
I giovani partiranno il 29 luglio in pullman e dopo la tappa a Barcellona arriveranno il 1° agosto a Lisbona per vivere l’intera settimana con i coetanei di tutto il mondo nella capitale portoghese.
Nel servizio di Telepace il racconto dei preparativi a Lisbona:
Da oggi, 1 giugno 2023, è online il nuovo sito internet della Diocesi di Chiavari.
Una moderna ed elegante veste grafica, caratteri più leggibili ed una migliore organizzazione dei contenuti rendono il portale della Chiesa diocesana www.diocesichiavari.it un efficace strumento di servizio.
Chi entra nel sito si troverà di fronte ad una vera e propria “fotografia” del territorio diocesano, a partire dalla grande immagine in home-page che fa emergere la bellezza del Tigullio.
Spazio a volti e comunità che compongono il tessuto della Chiesa locale, ma anche ad informazioni utili e documentazione da scaricare.
Tra le novità, infatti, si segnala lo spazio per gli orari delle Celebrazioni Eucaristiche di tutte le Parrocchie della Diocesi, la documentazione amministrativa e matrimoniale facilmente consultabile e scaricabile, una sezione dedicata alle iniziative più significative promosse dagli Uffici di Curia e dalle Parrocchie, l’attività della Caritas e il rendiconto dei fondi dell’8xmille. Nella sezione dedicata al Vescovo, poi, si trovano l’agenda e le omelie di mons. Giampio Devasini.
Il sito, realizzato dall’Ufficio per le Comunicazioni Sociali della Diocesi che si è avvalso di una azienda qualificata, andrà crescendo di giorno in giorno in un continuo aggiornamento per renderlo non solo un portale di servizio, ma anche una “foto” in divenire che racconta la vita della nostra Chiesa diocesana.
Nell’intervista di Telepace a don Luca Sardella, Direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni Sociali, la presentazione del nuovo sito.
L’intervento della teologa domenicana Antonietta Potente ha concluso il primo anno dei corsi della Scuola di Formazione Teologica “Mater Ecclesiale”.
Due nuovi Presbiteri per la nostra Chiesa diocesana. don Emiljano Malia e don Fabio Torri sono stati ordinati ieri in Cattedrale dal vescovo Giampio Devasini.
Don Malia presiederà le sue Prime Messe domenica 4 giugno alle ore 10:30 nella Parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio di Rapallo e domenica 11 giugno alle ore 11:15 nella Basilica dei Fieschi a San Salvatore di Cogorno.
Don Torri presiederà la sua prima Messa domenica 11 giugno alle ore 10:30 nella Parrocchia di San Michele Arcangelo a Casarza Ligure.
Questa l’omelia pronunciata dal Vescovo:
Cari fratelli e sorelle,
il racconto dell’effusione dello Spirito Santo sugli apostoli riuniti nel cenacolo che abbiamo ascoltato quando è stata proclamata la prima Lettura, non ha come obiettivo quello di farci ammalare di nostalgia per un evento accaduto circa due millenni fa, ma semmai ha come obiettivo quello di farci rivivere tale evento, di farlo nostro così che sia ravvivato in noi il sogno di una Chiesa mite e audace, fedele e creativa, gioiosa e coraggiosa. Una Chiesa che pratica il comandamento nuovo – «Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13, 34) – e quindi unita in una comunione piena, senza incrinature e senza arroccamenti. Una Chiesa preoccupata meno dell’organizzazione e più della relazione, meno della conservazione e più dell’annuncio, meno delle strutture e più delle persone. Una Chiesa immune dalla sindrome dell’assedio, affrancata dalla smania di trionfi e di trofei. Una Chiesa in continuo cammino, che abita dentro i villaggi, disposta ad accogliere ogni uomo ed ogni donna con cordialità e senza pregiudizi, capace di ascoltare lo Spirito Santo che parla anche attraverso i fratelli e le sorelle che con noi condividono questo tempo complesso e quindi anche attraverso le critiche, i sogni, i progetti, le esperienze. E perché l’ascolto delle persone sia generativo di cose nuove, la preoccupazione non deve essere “cosa dobbiamo dire noi” ma “come possiamo eliminare gli ostacoli perché i cosiddetti mondi parlino”.
Cari fratelli e sorelle, lo Spirito Santo che oggi, come vento gagliardo e soffio gentile, investirà Emiljano e Fabio infiammandoli col fuoco ardente del suo amore, è stato effuso su ciascuno di noi il giorno del nostro battesimo generandoci a vita nuova come fratelli di Gesù e figli del Padre nostro che è nei cieli. Figli di un Padre, di un Abbà (così, nei colloqui intimi, lo chiamava Gesù ricorrendo ad un termine dialettale con cui i bambini ebrei in casa chiamavano il papà) e non di un tiranno implacabile, di un giudice inflessibile, di un irriducibile guastafeste. Figli di un Padre che ha desiderio di noi, nostalgia di noi, che non sa immaginarsi senza di noi e ci vuole con sè. Figli tutti di uno stesso Padre e quindi tutti fratelli. Figli: dono e compito. Non solo. Lo Spirito Santo che abbiamo ricevuto in dono quando siamo stati battezzati continua a donarsi a noi ogni volta che lo invochiamo e lo accogliamo a cuore aperto, a braccia spalancate: sì, ogni sua effusione è premessa e promessa di altre effusioni.
Cari Emiljano e Fabio, oggi, per le mani di un povero vescovo – che in questi due anni ha imparato a conoscervi, a stimarvi e a volervi bene e che in questo momento vi attesta la grande gioia della Chiesa per il vostro ingresso nella comunione presbiterale –, lo Spirito Santo scenderà su di voi e vi donerà la grazia di ri-presentare – non rappresentare – Cristo, il pastore bello, buono, vero: bello perché buono e buono perché vero; ri-presentarlo e cioè renderlo presente e cioè dare forma visibile alla sua presenza invisibile. Dove passa un pastore, si dovrebbe vedere il Pastore. Ecco il segno proprio del sacramento dell’Ordine. In virtù dell’unzione dello Spirito Santo, i presbiteri sono marchiati a fuoco da uno specifico e speciale carattere che li configura a Cristo pastore, in modo da poter agire in suo nome, da poter vivere a sua immagine, da poter benedire, consacrare, riconciliare, guidare, servire in persona di Cristo, che dona la vita per amore, che dona la vita perchè ciascuno di noi abbia vita e vita in abbondanza (cfr Gv 10,10; 15,13).
Permettetemi di concludere con le parole di un confratello vescovo ormai emerito. Eccole:
«Beati voi, Emiljano e Fabio, se sarete tenacemente convinti che il vostro dono primario e il vostro compito prioritario è quello di essere tessitori di comunione, costruttori di comunità.
Beati voi, se vivrete la dedizione al popolo di Dio come l’ambito fecondo della vostra identità e la cornice promettente di un’autentica spiritualità presbiterale.
Beati voi, se il vostro servizio pastorale sarà mirato all’incontro intimo e intenso con Gesù, il divino umanissimo Innamorato che vi ustiona con la sua parola. E nella santa eucaristia vi contagia l’amore per la sua Sposa, la Chiesa. Per amarla come lui l’ha amata, come l’ama e l’amerà sempre.
Beati voi, se la vostra vita pastorale sarà mirata all’incontro con Dio, altrimenti resterebbe un carico insopportabile, uno stress frustrante, un affanno inconcludente.
Beati voi, se la vostra vita interiore vi porterà ai fratelli, specie i più poveri, altrimenti rischierà di risolversi in un devozionalismo ripiegato, in un triste, alienante intimismo.
Beati voi, se non vi blinderete nel recinto del tempio, se non vi rintanerete nel nido della canonica. Ma vi immergerete nella vita della gente. E i vostri abiti, più che odorare d’incenso, contageranno il buon profumo del bel Pastore e spanderanno l’odore gradevole delle sue pecorelle.
Beati voi, se non scorderete mai che il primo dono dei presbiteri è la testimonianza di una fraternità cordialmente e concretamente vissuta. Perché è più importante dedicarsi alla comunione nel presbiterio che spendersi da soli in un ansioso, compulsivo attivismo.
Beati voi, se il segreto della vostra gioia lo troverete nella instancabile esposizione al roveto ardente dell’amicizia con il dolcissimo Signore della nostra vita. Una vita povera, ma radiosa e raggiante se il cuore sarà tenacemente tenuto ‘sotto carica’ nel cuore di Gesù, nostro grande Pastore.
Eche la gioia di questo giorno brilli sempre nei vostri occhi e non si spenga mai nel vostro cuore, perfino nei giorni della nebbia o della tempesta, fino all’ultima sera della vostra vita!». Amen.
Nella serata di sabato 27 maggio, il Vescovo diocesano mons. Giampio Devasini ha presieduto la Veglia di Pentecoste, preparata e animata dalle Associazioni e Movimenti ecclesiali della Diocesi.
Pubblichiamo l’omelia tenuta dal Vescovo:
Cari fratelli e sorelle,
il brano di Vangelo ora ascoltato è il testo di riferimento dei “tre cantieri” in cui è articolata la seconda tappa della prima fase del cammino sinodale in corso: la fase dell’ascolto.
Il primo cantiere – e cioè “il cantiere della strada e del villaggio” – intercetta l’istanza, sempre più diffusa, di comunità aperte che non siano dei nidi, delle tane, ma che abitino dentro i villaggi. E il Vangelo di Betania inizia proprio così: «Mentre erano in cammino, [Gesù] entrò in un villaggio…». Questo era lo stile di Gesù: lui ha voluto educare il primo germe di chiesa, i discepoli e le discepole, al cammino; Gesù non ha dato vita ad una scuola chiusa dentro quattro mura, come si usava sia tra i rabbini che tra i filosofi, ma la sua scuola era la strada, il villaggio, l’incontro. La chiesa nasce e rimane sempre in cammino. Gesù dà un’impostazione catechistica che parte dall’esperienza, riflette sull’esperienza e trova proprio nell’esperienza i germi del Regno di Dio. Questa itineranza non è legata solo all’inizio della storia della Chiesa, marca sempre la storia della Chiesa. La Chiesa deve continuare a cercare le persone, i cosiddetti “mondi”. Questo è “il cantiere della strada e del villaggio”: cercare di creare le condizioni perché le persone si possano esprimere con i loro linguaggi, che tante volte non sono i nostri. L’ecclesialese non funziona fuori dalle nostre comunità. E perché l’ascolto delle persone sia fruttuoso, costruttivo, la preoccupazione non deve essere “cosa dobbiamo dire noi” ma “come possiamo eliminare gli ostacoli perché questi mondi parlino”. E questo è «ciò che lo Spirito dice alle Chiese», espressione che si trova sette volte nell’Apocalisse, nelle lettere appunto alle Chiese, lettere che Giovanni conclude sempre così: «ascolta ciò che lo Spirito dice alle Chiese». Lo Spirito parla anche attraverso le critiche, i sogni, i progetti, le esperienze.
Il secondo cantiere – e cioè “il cantiere dell’ospitalità e della casa” – intercetta l’istanza, sempre più diffusa, di una comunità fatta di relazioni autentiche, fatta di accoglienza cordiale, gioiosa, libera da pregiudizi. Ecco la casa di Betania: casa – lo sappiamo anche dal Vangelo di Giovanni (cfr cap. 12) – dove Gesù trovava persone amiche, si poteva rilassare un po’, mangiare qualcosa, chiacchierare serenamente. Sì, c’è urgente bisogno di una Chiesa preoccupata meno dell’organizzazione e più della relazione, meno della conservazione e più dell’annuncio, meno delle strutture e più delle persone. Intendiamoci, le strutture (materiali, burocratiche, di partecipazione, spirituali) sono importanti ma vanno sempre verificate sulla base della finalità, che è quella di far incontrare le persone; occorre insomma domandarsi: riusciamo a non impantanarci nelle strutture? Sono esse veramente a servizio delle persone? Non è l’uomo che è fatto per il sabato, ma è il sabato che è fatto per l’uomo (cfr Mc 2,27). Potremmo dire: non sono gli esseri umani fatti per le strutture ma sono le strutture a dover essere a servizio della crescita delle comunità, fatte di persone.
Il terzo cantiere – e cioè “il cantiere delle diaconie e della formazione spirituale” – intercetta l’istanza, sempre più diffusa, di vivere il servizio secondo il cuore di Gesù che poi è il solo modo perchè il servizio realizzi il vero bene di tutti e di ciascuno. Ed ecco Marta e Maria: la prima è l’immagine dell’attività frenetica, la seconda è l’immagine dell’ascolto. Gesù non esclude il servizio, tutt’altro. Dice a Marta che se non si vuole affannare, il servizio deve partire dall’ascolto. Non possiamo quindi contrapporre Marta e Maria, come se Maria fosse la donna contemplativa e Marta la donna attiva e Gesù preferisse la contemplazione. Gesù non ha criticato Marta perché serviva, ma perché si affannava nel servire. Perché la corresponsabilità cui tutti i battezzati sono chiamati non diventi agitazione è necessario che si radichi nell’ascolto. Nell’ascolto di chi? Sembra scontato: nell’ascolto di Gesù: «Maria, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola»; ma Gesù in quella scena è in duplice veste: è il Maestro – e Maria si mette nella situazione anche fisica, nella postura della discepola, ai piedi – ma è anche il viandante bisognoso, che entra nella casa perché necessita di un po’ di riposo, di un po’ di cibo, di un po’ di amicizia. Quindi è l’ascolto della parola di Dio e della parola dei fratelli, specialmente – come dice Gaudium et Spes – dei sofferenti e di coloro che vivono le varie povertà. I due ascolti si influenzano a vicenda, perché più uno si abitua a prestare orecchio al Vangelo, più apre uno spazio interiore per prestare orecchio ai fratelli e alle sorelle, e viceversa: più ascolta davvero il prossimo, più crea lo spazio per far risuonare la parola di Dio. Il servizio o si radica nell’ascolto o diventa prestazione ansiosa. Qualche volta le nostre comunità sono poco attraenti perché sono affannate e lamentose. Papa Benedetto XVI, ripreso più volte da Papa Francesco, ha detto che il cristianesimo si espande non per proselitismo ma per attrazione, cioè non cercando di convincere a tutti i costi ma dando un esempio di gioia, di pienezza. Servono comunità più “famiglia” e meno “centro di distribuzione di servizi religiosi”; ed è importante decentrare proprio nelle case l’esperienza cristiana.
Camminare e incontrare, generare e custodire relazioni autentiche, ascoltare Dio ed il prossimo: ecco l’insegnamento di Gesù. Credo che ci venga chiesto, oggi con particolare forza, di pensarci discepoli prima che apostoli. Mantenersi discepoli è la condizione essenziale per poter essere apostoli attraenti, non lamentosi, e proporre una vita bella, buona, vera che è quella che il Signore vuole continuare a consegnare agli uomini e alle donne del nostro tempo.
Cari fratelli e sorelle, domani Emiljano e Fabio saranno ordinati presbiteri: accompagniamoli con la preghiera perché, docili all’azione dello Spirito, possano, nello svolgimento del loro servizio, concorrere a generare una Chiesa che sempre più profumi di Vangelo.
Incoraggiati dalle parole di Papa Francesco, 330 referenti del Cammino sinodale provenienti da due terzi delle diocesi italiane si sono ritrovati a Roma, il 25 e il 26 maggio, per confrontarsi in vista dell’elaborazione delle Linee guida per la “fase sapienziale”, secondo step tra il biennio dell’ascolto e la cosiddetta “fase profetica”. Questo strumento, che sarà presentato al Consiglio Episcopale Permanente previsto per l’8 luglio, indirizzerà e sosterrà il discernimento operativo sul territorio, in raccordo con il livello nazionale.
La sfida è infatti quella di intrecciare il vissuto diocesano con le riflessioni nazionali, in una circolarità virtuosa che valorizzi l’apporto locale arricchendolo con il contributo di esperti e di rappresentanti del mondo ecclesiale, sociale e culturale. La rete consolidata dei referenti diocesani, che costituisce la grande novità dei primi due anni di ascolto, continuerà ad operare in connessione con il Comitato Nazionale – la cui composizione è ormai definitiva – e con i Vescovi. Con questa metodologia, tutte le componenti del popolo di Dio avranno voce e saranno partecipi delle scelte condivise che verranno prese nella “fase profetica”.
Nell’incontro di Roma a cui sono intervenuti i Vescovi Antonio Mura, Claudio Giuliodori e Antonino Raspanti, i referenti diocesani hanno dunque lavorato per individuare i temi principali emersi dai Cantieri avviati sul territorio e dal dibattito nei gruppi sinodali della 77ª Assemblea Generale della CEI. “La Chiesa in Italia è viva. Non esercitiamo un ruolo, ma siamo una casa: abbiamo davanti un grande sforzo missionario”, ha affermato il Card. Matteo Zuppi, Presidente della CEI. “Ci sono delle condizioni di possibilità. Abbiamo preso consapevolezza che c’è una questione di stile: si deve adottare uno stile nuovo di essere Chiesa per la missione”, gli ha fatto eco Mons. Erio Castellucci, presidente del Comitato nazionale del Cammino sinodale. “Il cammino deve essere un percorso di fede e di evangelizzazione: dobbiamo aggredire i nodi critici senza paura”, ha concluso Mons. Giuseppe Baturi, Segretario Generale della CEI.
Nella Solennità di Pentecoste, domenica 28 maggio, la nostra Diocesi riceverà il dono di due nuovi preti.
Si tratta di don Emiljano Malia e don Fabio Torri che saranno ordinati Presbiteri per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini.
Emiljano Malia è nato il 10 aprile 1997 a Lushnje in Albania. Primo di tre figli, arriva in Italia con la sua famiglia nel 2011 stabilendosi a Rapallo. Nella Parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio inizia il percorso di conversione alla fede cristiana e il 4 aprile 2015 nella Cattedrale di Nostra Signora dell’Orto riceve il sacramento del Battesimo dal Vescovo Alberto Tanasini. Nel 2017 consegue il diploma in “Manutenzione e assistenza tecnica” all’Istituto Liceti di Rapallo. Ha lavorato come cameriere e barman a Santa Margherita Ligure e come assistente a bordo di alcune barche a Rapallo.
Entrato nel Seminario diocesano nel 2017, negli anni di formazione ha prestato servizio pastorale nelle parrocchie dei Santi Gervasio e Protasio a Rapallo, di Santa Maria di Bacezza e Sant’Andrea di Rovereto a Chiavari, nella Zona pastorale di San Salvatore di Cogorno, nella Commissione diocesana per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso e nell’Unitalsi. Tra i suoi hobby la pallavolo.
Fabio Torri è nato l’11 ottobre 1992 a Gravedona, in provincia di Como.
Figlio unico, cresce nel contesto parrocchiale di Santa Maria Assunta in San Siro. Nel 2011 consegue il diploma in “Perito Commerciale e programmatore” nel corso di Ragioneria, per poi diventare dipendente della Banca Popolare di Sondrio prima a Genova e quindi a Chiavari sino al 2017, anno in cui entra in Seminario.
Ha svolto servizio pastorale a Santo Stefano del Ponte a Sestri Levante, nella parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio di Rapallo e in quella di San Michele Arcangelo a Casarza Ligure. Sportivo, pratica nel tempo libero atletica leggera.
La Celebrazione, animata dal Coro diocesano, avrà inizio alle ore 15:30 nella Cattedrale di Nostra Signora dell’Orto.
A seguito delle alluvioni che hanno colpito alcune zone dell’Emilia-Romagna, la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha messo a disposizione un primo stanziamento di 1 milione di euro dai fondi 8×1000 attraverso Caritas Italiana che è in costante contatto con la Delegazione regionale e le Caritas delle diocesi colpite da questa emergenza.
Non è stata indetta una colletta nazionale, ma molte diocesi intendono raccogliere donazioni per sostenere le popolazioni colpite e i progetti di ripartenza.
Per questo motivo riportiamo di seguito i conti correnti di Caritas Italiana sui quali possono convergere le offerte con causale “Emergenza alluvione 2023” in modo da agevolare coordinamento e programmazione degli interventi.
– Conto corrente postale n. 347013;
– Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111
– Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
– Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
– UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119
– Banco BPM, Piazza Meda, Milano – Iban: IT76 Y 05034 01647 000000009900
Le donazioni possono essere fatte anche online dal sito di Caritas Italiana (https://donazioni.caritas.it).
Al Santuario di Montallegro, la Giornata sacerdotale di venerdì 19 maggio ha raccolto insieme numerosi Presbiteri della nostra Diocesi per rendere grazie del dono ricevuto e rinnovare lo slancio della missione loro affidata.
In questa occasione sono stati festeggiati alcuni anniversari di Ordinazione Presbiterale:
25° di Ordinazione di don Daniele Beronio, don Giacomo Canepa, don Fabio Mazzino e don Maurizio Prandi;
50° di Ordinazione di padre Raffaello Bertocci;
60° di Ordinazione di don Emilio Arata, don Renato Repetti (della diocesi di Piacenza-Bobbio) e don Bartolomeo Repetto.
Nel corso della liturgia è stato conferito il Ministero del Lettorato al seminarista Andrea Strada e il Ministero dell’Accolitaro al seminarista Francesco Basso.
Sono aperte le iscrizioni al Pellegrinaggio diocesano dei Cresimati a Roma, che si svolgerà dal 28 al 30 agosto 2023.
L’iniziativa è rivolta a ragazzi e ragazze che hanno ricevuto e riceveranno il Sacramento della Confermazione quest’anno. Ad accompagnare i giovani il Vescovo Giampio Devasini.
Come negli anni scorsi il pellegrinaggio prevede la partecipazione all’udienza generale con Papa Francesco, la Professione di fede in San Pietro, la visita di alcuni luoghi significativi e l’incontro con autorevoli testimoni.
Per partecipare occorre far riferimento ai sacerdoti e catechisti della propria parrocchia.
Le iscrizioni si ricevono entro il 5 giugno esclusivamente attraverso questo link:
Tre Onorificenze pontificie a coloro che continuano a prestare il proprio servizio alla Chiesa diocesana con generosità e passione.
Le ha consegnate questa mattina in Curia il Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini, a Giampiero Antonello, Graziella Aramini e Pierluigi Pezzi.
Ad Antonello e Pezzi è stato consegnato il titolo di Cavaliere di San Silvestro Papa, mentre a Graziella Aramini la Croce Pro Ecclesia et Pontifice.
Giampiero Antonello ha svolto per diversi anni servizio all’Istituto diocesano Sostentamento del Clero, proseguendo tuttora la sua collaborazione con la Diocesi; Pierluigi Pezzi si è prodigato per custodire e promuovere la memoria storica della nostra Chiesa particolare; Graziella Aramini continua con discrezione e competenza il suo incarico di Segretaria particolare del Vescovo.
A loro monsignor Devasini ha manifestato gratitudine per il prezioso servizio rivolto all’intera Comunità diocesana.
Nella Solennità di Pentecoste, domenica 28 Maggio 2023, i due Diaconi don Emiljano Malia e don Fabio Torri saranno ordinati Presbiteri per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di mons. Giampio Devasini. La Celebrazione inizierà in Cattedrale alle ore 15:30.