L’intervento della teologa domenicana Antonietta Potente ha concluso il primo anno dei corsi della Scuola di Formazione Teologica “Mater Ecclesiale”.

Due nuovi Presbiteri per la nostra Chiesa diocesana. don Emiljano Malia e don Fabio Torri sono stati ordinati ieri in Cattedrale dal vescovo Giampio Devasini.
Don Malia presiederà le sue Prime Messe domenica 4 giugno alle ore 10:30 nella Parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio di Rapallo e domenica 11 giugno alle ore 11:15 nella Basilica dei Fieschi a San Salvatore di Cogorno.
Don Torri presiederà la sua prima Messa domenica 11 giugno alle ore 10:30 nella Parrocchia di San Michele Arcangelo a Casarza Ligure.

Questa l’omelia pronunciata dal Vescovo:

Cari fratelli e sorelle,

il racconto dell’effusione dello Spirito Santo sugli apostoli riuniti nel cenacolo che abbiamo ascoltato quando è stata proclamata la prima Lettura, non ha come obiettivo quello di farci ammalare di nostalgia per un evento accaduto circa due millenni fa, ma semmai ha come obiettivo quello di farci rivivere tale evento, di farlo nostro così che sia ravvivato in noi il sogno di una Chiesa mite e audace, fedele e creativa, gioiosa e coraggiosa. Una Chiesa che pratica il comandamento nuovo – «Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13, 34) – e quindi unita in una comunione piena, senza incrinature e senza arroccamenti. Una Chiesa preoccupata meno dell’organizzazione e più della relazione, meno della conservazione e più dell’annuncio, meno delle strutture e più delle persone. Una Chiesa immune dalla sindrome dell’assedio, affrancata dalla smania di trionfi e di trofei. Una Chiesa in continuo cammino, che abita dentro i villaggi, disposta ad accogliere ogni uomo ed ogni donna con cordialità e senza pregiudizi, capace di ascoltare lo Spirito Santo che parla anche attraverso i fratelli e le sorelle che con noi condividono questo tempo complesso e quindi anche attraverso le critiche, i sogni, i progetti, le esperienze. E perché l’ascolto delle persone sia generativo di cose nuove, la preoccupazione non deve essere “cosa dobbiamo dire noi” ma “come possiamo eliminare gli ostacoli perché i cosiddetti mondi parlino”.

Cari fratelli e sorelle, lo Spirito Santo che oggi, come vento gagliardo e soffio gentile, investirà Emiljano e Fabio infiammandoli col fuoco ardente del suo amore, è stato effuso su ciascuno di noi il giorno del nostro battesimo generandoci a vita nuova come fratelli di Gesù e figli del Padre nostro che è nei cieli. Figli di un Padre, di un Abbà (così, nei colloqui intimi, lo chiamava Gesù ricorrendo ad un termine dialettale con cui i bambini ebrei in casa chiamavano il papà) e non di un tiranno implacabile, di un giudice inflessibile, di un irriducibile guastafeste. Figli di un Padre che ha desiderio di noi, nostalgia di noi, che non sa immaginarsi senza di noi e ci vuole con sè. Figli tutti di uno stesso Padre e quindi tutti fratelli. Figli: dono e compito. Non solo. Lo Spirito Santo che abbiamo ricevuto in dono quando siamo stati battezzati continua a donarsi a noi ogni volta che lo invochiamo e lo accogliamo a cuore aperto, a braccia spalancate: sì, ogni sua effusione è premessa e promessa di altre effusioni. 

Cari Emiljano e Fabio, oggi, per le mani di un povero vescovo – che in questi due anni ha imparato a conoscervi, a stimarvi e a volervi bene e che in questo momento vi attesta la grande gioia della Chiesa per il vostro ingresso nella comunione presbiterale –, lo Spirito Santo scenderà su di voi e vi donerà la grazia di ri-presentare – non rappresentare – Cristo, il pastore bello, buono, vero: bello perché buono e buono perché vero; ri-presentarlo e cioè renderlo presente e cioè dare forma visibile alla sua presenza invisibile. Dove passa un pastore, si dovrebbe vedere il Pastore. Ecco il segno proprio del sacramento dell’Ordine. In virtù dell’unzione dello Spirito Santo, i presbiteri sono marchiati a fuoco da uno specifico e speciale carattere che li configura a Cristo pastore, in modo da poter agire in suo nome, da poter vivere a sua immagine, da poter benedire, consacrare, riconciliare, guidare, servire in persona di Cristo, che dona la vita per amore, che dona la vita perchè ciascuno di noi abbia vita e vita in abbondanza (cfr Gv 10,10; 15,13).

Permettetemi di concludere con le parole di un confratello vescovo ormai emerito. Eccole:

«Beati voi, Emiljano e Fabio, se sarete tenacemente convinti che il vostro dono primario e il vostro compito prioritario è quello di essere tessitori di comunione, costruttori di comunità.

Beati voi, se vivrete la dedizione al popolo di Dio come l’ambito fecondo della vostra identità e la cornice promettente di un’autentica spiritualità presbiterale.

Beati voi, se il vostro servizio pastorale sarà mirato all’incontro intimo e intenso con Gesù, il divino umanissimo Innamorato che vi ustiona con la sua parola. E nella santa eucaristia vi contagia l’amore per la sua Sposa, la Chiesa. Per amarla come lui l’ha amata, come l’ama e l’amerà sempre.

Beati voi, se la vostra vita pastorale sarà mirata all’incontro con Dio, altrimenti resterebbe un carico insopportabile, uno stress frustrante, un affanno inconcludente.

Beati voi, se la vostra vita interiore vi porterà ai fratelli, specie i più poveri, altrimenti rischierà di risolversi in un devozionalismo ripiegato, in un triste, alienante intimismo.

Beati voi, se non vi blinderete nel recinto del tempio, se non vi rintanerete nel nido della canonica. Ma vi immergerete nella vita della gente. E i vostri abiti, più che odorare d’incenso, contageranno il buon profumo del bel Pastore e spanderanno l’odore gradevole delle sue pecorelle.

Beati voi, se non scorderete mai che il primo dono dei presbiteri è la testimonianza di una fraternità cordialmente e concretamente vissuta. Perché è più importante dedicarsi alla comunione nel presbiterio che spendersi da soli in un ansioso, compulsivo attivismo.

Beati voi, se il segreto della vostra gioia lo troverete nella instancabile esposizione al roveto ardente dell’amicizia con il dolcissimo Signore della nostra vita. Una vita povera, ma radiosa e raggiante se il cuore sarà tenacemente tenuto ‘sotto carica’ nel cuore di Gesù, nostro grande Pastore.

Eche la gioia di questo giorno brilli sempre nei vostri occhi e non si spenga mai nel vostro cuore, perfino nei giorni della nebbia o della tempesta, fino all’ultima sera della vostra vita!». Amen.

Nella serata di sabato 27 maggio, il Vescovo diocesano mons. Giampio Devasini ha presieduto la Veglia di Pentecoste, preparata e animata dalle Associazioni e Movimenti ecclesiali della Diocesi.

Pubblichiamo l’omelia tenuta dal Vescovo:

Cari fratelli e sorelle, 

il brano di Vangelo ora ascoltato è il testo di riferimento dei “tre cantieri” in cui è articolata la seconda tappa della prima fase del cammino sinodale in corso: la fase dell’ascolto. 

Il primo cantiere – e cioè “il cantiere della strada e del villaggio” – intercetta l’istanza, sempre più diffusa, di comunità aperte che non siano dei nidi, delle tane, ma che abitino dentro i villaggi. E il Vangelo di Betania inizia proprio così: «Mentre erano in cammino, [Gesù] entrò in un villaggio…». Questo era lo stile di Gesù: lui ha voluto educare il primo germe di chiesa, i discepoli e le discepole, al cammino; Gesù non ha dato vita ad una scuola chiusa dentro quattro mura, come si usava sia tra i rabbini che tra i filosofi, ma la sua scuola era la strada, il villaggio, l’incontro. La chiesa nasce e rimane sempre in cammino. Gesù dà un’impostazione catechistica che parte dall’esperienza, riflette sull’esperienza e trova proprio nell’esperienza i germi del Regno di Dio. Questa itineranza non è legata solo all’inizio della storia della Chiesa, marca sempre la storia della Chiesa. La Chiesa deve continuare a cercare le persone, i cosiddetti “mondi”. Questo è “il cantiere della strada e del villaggio”: cercare di creare le condizioni perché le persone si possano esprimere con i loro linguaggi, che tante volte non sono i nostri. L’ecclesialese non funziona fuori dalle nostre comunità. E perché l’ascolto delle persone sia fruttuoso, costruttivo, la preoccupazione non deve essere “cosa dobbiamo dire noi” ma “come possiamo eliminare gli ostacoli perché questi mondi parlino”. E questo è «ciò che lo Spirito dice alle Chiese», espressione che si trova sette volte nell’Apocalisse, nelle lettere appunto alle Chiese, lettere che Giovanni conclude sempre così: «ascolta ciò che lo Spirito dice alle Chiese». Lo Spirito parla anche attraverso le critiche, i sogni, i progetti, le esperienze. 

Il secondo cantiere – e cioè “il cantiere dell’ospitalità e della casa” – intercetta l’istanza, sempre più diffusa, di una comunità fatta di relazioni autentiche, fatta di accoglienza cordiale, gioiosa, libera da pregiudizi. Ecco la casa di Betania: casa – lo sappiamo anche dal Vangelo di Giovanni (cfr cap. 12) – dove Gesù trovava persone amiche, si poteva rilassare un po’, mangiare qualcosa, chiacchierare serenamente. Sì, c’è urgente bisogno di una Chiesa preoccupata meno dell’organizzazione e più della relazione, meno della conservazione e più dell’annuncio, meno delle strutture e più delle persone. Intendiamoci, le strutture (materiali, burocratiche, di partecipazione, spirituali) sono importanti ma vanno sempre verificate sulla base della finalità, che è quella di far incontrare le persone; occorre insomma domandarsi: riusciamo a non impantanarci nelle strutture? Sono esse   veramente a servizio delle persone?  Non è l’uomo che è fatto per il sabato, ma è il sabato che è fatto per l’uomo (cfr Mc 2,27). Potremmo dire: non sono gli esseri umani fatti per le strutture ma sono le strutture a dover essere a servizio della crescita delle comunità, fatte di persone. 

Il terzo cantiere – e cioè “il cantiere delle diaconie e della formazione spirituale” – intercetta l’istanza, sempre più diffusa, di vivere il servizio secondo il cuore di Gesù che poi è il solo modo perchè il servizio realizzi il vero bene di tutti e di ciascuno. Ed ecco Marta e Maria: la prima è l’immagine dell’attività frenetica, la seconda è l’immagine dell’ascolto. Gesù non esclude il servizio, tutt’altro. Dice a Marta che se non si vuole affannare, il servizio deve partire dall’ascolto. Non possiamo quindi contrapporre Marta e Maria, come se Maria fosse la donna contemplativa e Marta la donna attiva e Gesù preferisse la contemplazione. Gesù non ha criticato Marta perché serviva, ma perché si affannava nel servire. Perché la corresponsabilità cui tutti i battezzati sono chiamati non diventi agitazione è necessario che si radichi nell’ascolto. Nell’ascolto di chi? Sembra scontato: nell’ascolto di Gesù: «Maria, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola»; ma Gesù in quella scena è in duplice veste: è il Maestro – e Maria si mette nella situazione anche fisica, nella postura della discepola, ai piedi – ma è anche il viandante bisognoso, che entra nella casa perché necessita di un po’ di riposo, di un po’ di cibo, di un po’ di amicizia. Quindi è l’ascolto della parola di Dio e della parola dei fratelli, specialmente – come dice Gaudium et Spes – dei sofferenti e di coloro che vivono le varie povertà. I due ascolti si influenzano a vicenda, perché più uno si abitua a prestare orecchio al Vangelo, più apre uno spazio interiore per prestare orecchio ai fratelli e alle sorelle, e viceversa: più ascolta davvero il prossimo, più crea lo spazio per far risuonare la parola di Dio. Il servizio o si radica nell’ascolto o diventa prestazione ansiosa. Qualche volta le nostre comunità sono poco attraenti perché sono affannate e lamentose. Papa Benedetto XVI, ripreso più volte da Papa Francesco, ha detto che il cristianesimo si espande non per proselitismo ma per attrazione, cioè non cercando di convincere a tutti i costi ma dando un esempio di gioia, di pienezza. Servono comunità più “famiglia” e meno “centro di distribuzione di servizi religiosi”; ed è importante decentrare proprio nelle case l’esperienza cristiana. 

Camminare e incontrare, generare e custodire relazioni autentiche, ascoltare Dio ed il prossimo: ecco l’insegnamento di Gesù. Credo che ci venga chiesto, oggi con particolare forza, di pensarci discepoli prima che apostoli. Mantenersi discepoli è la condizione essenziale per poter essere apostoli attraenti, non lamentosi, e proporre una vita bella, buona, vera che è quella che il Signore vuole continuare a consegnare agli uomini e alle donne del nostro tempo.

Cari fratelli e sorelle, domani Emiljano e Fabio saranno ordinati presbiteri: accompagniamoli con la preghiera perché, docili all’azione dello Spirito, possano, nello svolgimento del loro servizio, concorrere a generare una Chiesa che sempre più profumi di Vangelo.

Incoraggiati dalle parole di Papa Francesco, 330 referenti del Cammino sinodale provenienti da due terzi delle diocesi italiane si sono ritrovati a Roma, il 25 e il 26 maggio, per confrontarsi in vista dell’elaborazione delle Linee guida per la “fase sapienziale”, secondo step tra il biennio dell’ascolto e la cosiddetta “fase profetica”. Questo strumento, che sarà presentato al Consiglio Episcopale Permanente previsto per l’8 luglio, indirizzerà e sosterrà il discernimento operativo sul territorio, in raccordo con il livello nazionale. 

La sfida è infatti quella di intrecciare il vissuto diocesano con le riflessioni nazionali, in una circolarità virtuosa che valorizzi l’apporto locale arricchendolo con il contributo di esperti e di rappresentanti del mondo ecclesiale, sociale e culturale. La rete consolidata dei referenti diocesani, che costituisce la grande novità dei primi due anni di ascolto, continuerà ad operare in connessione con il Comitato Nazionale – la cui composizione è ormai definitiva – e con i Vescovi. Con questa metodologia, tutte le componenti del popolo di Dio avranno voce e saranno partecipi delle scelte condivise che verranno prese nella “fase profetica”. 

Nell’incontro di Roma a cui sono intervenuti i Vescovi Antonio Mura, Claudio Giuliodori e Antonino Raspanti, i referenti diocesani hanno dunque lavorato per individuare i temi principali emersi dai Cantieri avviati sul territorio e dal dibattito nei gruppi sinodali della 77ª Assemblea Generale della CEI. “La Chiesa in Italia è viva. Non esercitiamo un ruolo, ma siamo una casa: abbiamo davanti un grande sforzo missionario”, ha affermato il Card. Matteo Zuppi, Presidente della CEI. “Ci sono delle condizioni di possibilità. Abbiamo preso consapevolezza che c’è una questione di stile: si deve adottare uno stile nuovo di essere Chiesa per la missione”, gli ha fatto eco Mons. Erio Castellucci, presidente del Comitato nazionale del Cammino sinodale. “Il cammino deve essere un percorso di fede e di evangelizzazione: dobbiamo aggredire i nodi critici senza paura”, ha concluso Mons. Giuseppe Baturi, Segretario Generale della CEI.

Nella Solennità di Pentecoste, domenica 28 maggio, la nostra Diocesi riceverà il dono di due nuovi preti.
Si tratta di don Emiljano Malia e don Fabio Torri che saranno ordinati Presbiteri per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini.

Emiljano Malia è nato il 10 aprile 1997 a Lushnje in Albania. Primo di tre figli, arriva in Italia con la sua famiglia nel 2011 stabilendosi a Rapallo. Nella Parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio inizia il percorso di conversione alla fede cristiana e il 4 aprile 2015 nella Cattedrale di Nostra Signora dell’Orto riceve il sacramento del Battesimo dal Vescovo Alberto Tanasini. Nel 2017 consegue il diploma in “Manutenzione e assistenza tecnica” all’Istituto Liceti di Rapallo. Ha lavorato come cameriere e barman a Santa Margherita Ligure e come assistente a bordo di alcune barche a Rapallo.
Entrato nel Seminario diocesano nel 2017, negli anni di formazione ha prestato servizio pastorale nelle parrocchie dei Santi Gervasio e Protasio a Rapallo, di Santa Maria di Bacezza e Sant’Andrea di Rovereto a Chiavari, nella Zona pastorale di San Salvatore di Cogorno, nella Commissione diocesana per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso e nell’Unitalsi. Tra i suoi hobby la pallavolo. 

Fabio Torri è nato l’11 ottobre 1992 a Gravedona, in provincia di Como.
Figlio unico, cresce nel contesto parrocchiale di Santa Maria Assunta in San Siro. Nel 2011 consegue il diploma in “Perito Commerciale e programmatore” nel corso di Ragioneria, per poi diventare dipendente della Banca Popolare di Sondrio prima a Genova e quindi a Chiavari sino al 2017, anno in cui entra in Seminario.
Ha svolto servizio pastorale a Santo Stefano del Ponte a Sestri Levante, nella parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio di Rapallo e in quella di San Michele Arcangelo a Casarza Ligure. Sportivo, pratica nel tempo libero atletica leggera. 

La Celebrazione, animata dal Coro diocesano, avrà inizio alle ore 15:30 nella Cattedrale di Nostra Signora dell’Orto.

A seguito delle alluvioni che hanno colpito alcune zone dell’Emilia-Romagna, la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha messo a disposizione un primo stanziamento di 1 milione di euro dai fondi 8×1000 attraverso Caritas Italiana che è in costante contatto con la Delegazione regionale e le Caritas delle diocesi colpite da questa emergenza.
Non è stata indetta una colletta nazionale,  ma molte diocesi intendono raccogliere donazioni per sostenere le popolazioni colpite e i progetti di ripartenza.
Per questo motivo riportiamo di seguito i conti correnti di Caritas Italiana sui quali possono convergere le offerte con causale “Emergenza alluvione 2023” in modo da agevolare coordinamento e programmazione degli interventi.

– Conto corrente postale n. 347013;
– Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111
– Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
– Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
– UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119
– Banco BPM, Piazza Meda, Milano – Iban: IT76 Y 05034 01647 000000009900

Le donazioni possono essere fatte anche online dal sito di Caritas Italiana (https://donazioni.caritas.it).

Al Santuario di Montallegro, la Giornata sacerdotale di venerdì 19 maggio ha raccolto insieme numerosi Presbiteri della nostra Diocesi per rendere grazie del dono ricevuto e rinnovare lo slancio della missione loro affidata.
In questa occasione sono stati festeggiati alcuni anniversari di Ordinazione Presbiterale:
25° di Ordinazione di don Daniele Beronio, don Giacomo Canepa, don Fabio Mazzino e don Maurizio Prandi;
50° di Ordinazione di padre Raffaello Bertocci;
60° di Ordinazione di don Emilio Arata, don Renato Repetti (della diocesi di Piacenza-Bobbio) e don Bartolomeo Repetto.
Nel corso della liturgia è stato conferito il Ministero del Lettorato al seminarista Andrea Strada e il Ministero dell’Accolitaro al seminarista Francesco Basso.

Sono aperte le iscrizioni al Pellegrinaggio diocesano dei Cresimati a Roma, che si svolgerà dal 28 al 30 agosto 2023.

L’iniziativa è rivolta a ragazzi e ragazze che hanno ricevuto e riceveranno il Sacramento della Confermazione quest’anno. Ad accompagnare i giovani il Vescovo Giampio Devasini.

Come negli anni scorsi il pellegrinaggio prevede la partecipazione all’udienza generale con Papa Francesco, la Professione di fede in San Pietro, la visita di alcuni luoghi significativi e l’incontro con autorevoli testimoni.

Per partecipare occorre far riferimento ai sacerdoti e catechisti della propria parrocchia.

Le iscrizioni si ricevono entro il 5 giugno esclusivamente attraverso questo link:

Iscriviti al Pellegrinaggio

Tre Onorificenze pontificie a coloro che continuano a prestare il proprio servizio alla Chiesa diocesana con generosità e passione.

Le ha consegnate questa mattina in Curia il Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini, a Giampiero Antonello, Graziella Aramini e Pierluigi Pezzi.

Ad Antonello e Pezzi è stato consegnato il titolo di Cavaliere di San Silvestro Papa, mentre a Graziella Aramini la Croce Pro Ecclesia et Pontifice

Giampiero Antonello ha svolto per diversi anni servizio all’Istituto diocesano Sostentamento del Clero, proseguendo tuttora la sua collaborazione con la Diocesi; Pierluigi Pezzi si è prodigato per custodire e promuovere la memoria storica della nostra Chiesa particolare; Graziella Aramini continua con discrezione e competenza il suo incarico di Segretaria particolare del Vescovo.

A loro monsignor Devasini ha manifestato gratitudine per il prezioso servizio rivolto all’intera Comunità diocesana.

Nella Solennità di Pentecoste, domenica 28 Maggio 2023, i due Diaconi don Emiljano Malia e don Fabio Torri saranno ordinati Presbiteri per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di mons. Giampio Devasini. La Celebrazione inizierà in Cattedrale alle ore 15:30.

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37ª Giornata mondiale della gioventù

La prossima Giornata Mondiale della Gioventù si terrà a Lisbona, dall’1 al 6 agosto 2023

La Giornata Mondiale della Gioventù è un’occasione importante per i giovani di tutto il mondo di unirsi e riflettere sulla loro vita, sulle sfide che affrontano e sulle opportunità che hanno di costruire un futuro migliore. In questo contesto, molti giovani si sono impegnati in attività di volontariato, hanno partecipato a incontri e dibattiti e hanno condiviso le loro esperienze e idee con altri giovani di tutto il mondo.

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A Chiavari la 73ª Settimana Liturgica Nazionale

Dal 28 al 31 Agosto 2023 la chiesa di Chiavari ospiterà la 73a Settimana Liturgica nazionale.
La Settimana Liturgica è un appuntamento importante di riflessione sulla vita liturgica della Chiesa, un’occasione per rimettere al centro della vita delle nostre comunità la liturgia come “fonte di evangelizzazione” (Papa Francesco).

Tutti gli eventi della Settimana Liturgica saranno tramessi in diretta e in streaming sul canale di Teleradiopace (www.teleradiopace.com).

Questo il messaggio del vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini:

Carissimi/e,
la Diocesi di Chiavari è lieta di ospitare la 73a Settimana Liturgica Nazionale che avrà luogo nella città di Chiavari durante l’ultima settimana del mese di agosto del prossimo anno.
Sarà occasione per noi di condividere, per quanto possibile, riflessioni e celebrazioni liturgiche e per voi di conoscere il Tigullio, terra ricca di fede, di opere di carità, di storia, di arte, di bellezze naturali.
Abbiamo bisogno di formazione liturgica, abbiamo bisogno di custodire lo stupore per il mistero pasquale che si compie nel rito, abbiamo bisogno di contemplare la bellezza del Signore attraverso la bellezza delle celebrazioni, abbiamo bisogno di crescere nella consapevolezza che è la grazia che scaturisce – anche se non esclusivamente – dall’azione liturgica a donarci luce e forza per assomigliare al Padre che è nei cieli praticando un amore simile al suo. Aiutiamoci vicendevolmente.
Nel ringraziare per la scelta che ci onora, ci impegna e ci dona gioia, auguro a tutti/e una buona prosecuzione del cammino sinodale.
Il Signore benedica, la Vergine Maria accompagni.
Un abbraccio.

Chiavari, 24 agosto 2022, festa di S. Bartolomeo apostolo
+ Giampio Devasini, Vescovo

Approfondimento sull’evento

La città sede del congresso

Intervista a Mons. Marco Frisina

Convegno – Quale musica per quale liturgia. Mons. Marco Frisina

Chiavari – Verso la settimana liturgica nazionale

DIOCESI – Il cammino sinodale delle Chiese in Italia vive nell’anno pastorale 2022 – 2023 il secondo anno della fase narrativa, dedicato ancora all’ascolto del Popolo di Dio, che prosegue ampliandosi e approfondendosi. L’obiettivo rimane quello di “avviare una nuova esperienza di Chiesa”, così come indicato nel vademecum preparato dalla Cei. Partendo non da zero, ma dall’esperienza delle equipe sinodali, dalle sintesi del primo anno, dal metodo di conversazione spirituale in piccoli gruppi disseminati sul territorio, in un intreccio fecondo con la pastorale ordinaria.
Il coinvolgimento avviene attraverso i Cantieri di Betania, attraverso cioè tre filoni di ascolto, la strada e il villaggio, l’ospitalità e la casa, le diaconie e la formazione spirituale, oltre alla possibilità di attivare un quarto tavolo, specifico per ogni Diocesi, incarnato nella realtà locale. Il cammino del Sinodo intende coinvolgere dunque tutta la comunità, generando occasioni di confronto al di fuori della comunità. La scelta del cantiere da prediligere andrà interpretata alla luce di un profondo discernimento dell’esperienza vissuta; il che porterà, nel lavoro successivo a delimitare gli ambiti di riferimento, approfondendo ciascun tema e immaginando alcuni passi concreti.

Il documento per la seconda fase del sinodo: Cantieri di Betania_page-0002

Nella Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria, giovedì 8 dicembre, il Vescovo diocesano, mons. Giampio Devasini, ordinerà Diaconi due Seminaristi: Emiljano Malia e Fabio Torri.

Con il sacramento dell’Ordine alcuni tra i fedeli sono costituiti ministri sacri, consacrati e destinati a servire il popolo di Dio. Con l’imposizione delle mani del Vescovo e la preghiera consacratoria i due giovani, nel loro cammino verso il Presbiterato, verranno abilitati a servire il popolo di Dio nella diaconia della liturgia, della parola e della carità.

Emiljano Malia è nato il 10 aprile 1997 a Lushnje in Albania. Primo di tre figli, arriva in Italia con la sua famiglia nel 2011 stabilendosi a Rapallo. Nella Parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio inizia il percorso di conversione alla fede cristiana e il 4 aprile 2015 nella Cattedrale di Nostra Signora dell’Orto riceve il sacramento del Battesimo dal Vescovo Alberto Tanasini. Nel 2017 consegue il diploma in “Manutenzione e assistenza tecnica” all’Istituto Liceti di Rapallo. Ha lavorato come cameriere e barman a Santa Margherita Ligure e come assistente a bordo di alcune barche a Rapallo. Entrato nel Seminario diocesano nel 2017, negli anni di formazione ha prestato servizio pastorale nelle parrocchie dei Santi Gervasio e Protasio a Rapallo, di Santa Maria di Bacezza e Sant’Andrea di Rovereto a Chiavari, nella Zona pastorale di San Salvatore di Cogorno, nella Commissione diocesana per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso e nell’Unitalsi. Tra i suoi hobby la pallavolo.

Fabio Torri è nato l’11 ottobre 1992 a Gravedona, in provincia di Como. Figlio unico, cresce nel contesto parrocchiale di Santa Maria Assunta in San Siro. Nel 2011 consegue il diploma in “Perito Commerciale e programmatore” nel corso di Ragioneria, per poi diventare dipendente della Banca Popolare di Sondrio prima a Genova e quindi a Chiavari sino al 2017, anno in cui entra in Seminario. Ha svolto servizio pastorale a Santo Stefano del Ponte a Sestri Levante, nella parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio di Rapallo e in quella di San Michele Arcangelo a Casarza Ligure. Sportivo, pratica nel tempo libero atletica leggera.

La Celebrazione, animata dal Coro diocesano, avrà inizio alle ore 18:00 nella Cattedrale di Nostra Signora dell’Orto. Sarà la prima volta che il Vescovo Giampio Devasini presiederà il Rito di Ordinazione.