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Papa Francesco incontra i Cresimati della Diocesi

«Vi fanno dormire questi ragazzi?».

Ha esordito così Papa Francesco nel salutare personalmente i Cresimati della Diocesi sul sagrato della Basilica vaticana al termine dell’Udienza generale. Una domanda che ha voluto sottolineare il fragoroso entusiasmo riservato all’arrivo del Pontefice, che ha voluto incontrare da vicino i giovanissimi delle nostre Parrocchie nel loro Pellegrinaggio a Roma insieme al vescovo Giampio Devasini.

Tre ragazze di Chiavari, Francesca Carosini, Isadora Suardi e Ester Scorza hanno consegnato personalmente al Papa la maglietta e il cappellino del pellegrinaggio; spazio poi per una foto di gruppo con tutti. Tantissima l’emozione tra i presenti, molti dei quali hanno potuto avvicinare il Santo Padre per la prima volta. 

«Un’esperienza bellissima – ha detto il Vescovo Devasini -. Trascorrere un tempo disteso con loro è stata un’opportunità significativa anche per me, invidiando su questo aspetto i Parroci per la possibilità che hanno di accompagnare da vicino i più giovani nella loro crescita umana e di fede». 

Rivolgendosi ai ragazzi della Diocesi, al termine dell’Udienza, il Papa li ha invitati a mettere a frutto il dono della Confermazione che hanno ricevuto: «Cari ragazzi e ragazze, con i doni dello Spirito Santo, che avete ricevuto nella Cresima, la vostra amicizia con Gesù è diventata più intima e si alimenta con l’Eucaristia – ha detto il Papa -. Per questo vi incoraggio a partecipare con fedeltà alla Messa domenicale e ad accostarvi anche al Sacramento della Penitenza, alla Confessione: è l’incontro con Gesù che perdona i nostri peccati e ci aiuta a compiere il bene. Si dice – ma sono cattive lingue, credo – che la cresima è il sacramento dell’addio, che una volta ricevuta, nessuno torna in chiesa. Credo che non sia verità: voi tornate sempre in chiesa!».

Nel corso dell’Udienza Papa Francesco è tornato a chiedere giustizia per i migranti, chiudendo idealmente la riflessione iniziata ieri con i Cresimati nella visita al Centro Astalli, durante la quale si è potuto conoscere l’impegno dei gesuiti nei confronti dei rifugiati, ascoltando anche la testimonianza di un ragazzo scappato dal Camerun. 

Tra gli incontri avuti anche quello con don Antonio Coluccia, sacerdote impegnato nelle periferie di Roma contro lo spaccio e la criminalità.

Non è mancato il tempo per visitare la città e per il divertimento, confermando questa esperienza come un importante tassello nel percorso formativo rivolto ai ragazzi della nostra Diocesi.